Sulle cosiddette “rivelazioni” del p. Silvano Fausti - un gesuita che fu confessore e padre
spirituale del card. Martini - ci è stato chiesto di intervenire e dire la
nostra. Il giornale “Libero” in un articolo del 20 luglio u.s. sintetizzava i fatti come segue:
“Padre Fausti si è spento a giugno, ma le sue
ultime interviste, come aveva ricordato il Corriere qualche giorno fa, svelano
retroscena sulle dimissioni di Ratzinger. Qualche giorno fa avevamo ricordato
come lo stesso padre Fausti avesse rivelato di un colloquio tra Martini e
Benedetto XVI in cui il Cardinale avrebbe detto all'allora Pontefice: "La
Curia non cambia, è questo il momento di lasciare". Ma adesso sul rapporto
tra Papa Ratzinger e Martini emergono nuovi particolari. Infatti, come ricorda
anche Antonio Socci su Libero, in un'intervista registrata lo scorso aprile per
"Gli Stati Generali", Fausti è chiaro: "Le dimissioni di
Ratzinger erano già programmate". E aggiunge: "Alla sua elezione con
Martini". (Video al minuto 10:51)
Secondo Fausti nel 2005 Martini e Ratzinger
erano i due candidati contrapposti e Martini aveva qualche voto in più. Però
qualcuno voleva bruciare entrambi i candidati per eleggere "uno di Curia,
molto strisciante, che non ci è riuscito". Così Fausti svela un altro
retroscena. "Scoperto il trucco - racconta nel video - Martini è andato la
sera da Ratzinger e gli ha detto: accetta domani di diventare Papa con i voti
miei... accetta tu, che sei in Curia da trent’anni e sei intelligente e onesto:
se riesci a riformare la Curia bene, se no te ne vai". E ancora: "E
il primo gesto che ha fatto è andato all'Aquila a porre la sua stola, il suo
pallio sopra la tomba di Celestino V già dall’inizio del papato". Insomma
secondo padre Fausti il Papato di Ratzinger era "a termine". E la
breve durata sarebbe stata decisa in anticipo. Le parole di padre Fausti per il
momento restano senza riscontri. Resta ancora il giallo: quale è stato il
motivo che ha spinto Ratzinger a rinunciare al Soglio di Pietro?”
Mah, che dire?Francamente queste dichiarazioni ci
lasciano piuttosto perplessi, intanto perché gettano una luce piuttosto
sinistra sul Conclave e poi per l’uso di un linguaggio “politichese” e tatticista
per nulla teologico che ci viene difficile immaginare possa essere appartenuto al
biblista ed esegeta Martini (possibile poi, che il cardinale di Milano si sia
rivolto al Papa in un modo così poco rispettoso?). Fa bene Antonio Socci a
chiedersi sul suo blog: “Ma non c’era il segreto sul Conclave? Da dove vengono
queste notizie?”. Per non parlare dell’inesattezza sulla visita di Benedetto
XVI alla tomba di Celestino V che non è per niente avvenuta all’inizio del pontificato
(siamo nel 2005), come dichiarato da p. Fausti, ma nel 2009! A nostro giudizio già
questi elementi sono bastevoli per screditare le suddette dichiarazioni che
sembrano solo chiacchiere in libertà. Naturalmente, anche noi pensiamo che sulle
dimissioni di Papa Benedetto XVI qualcosa sfugga, ma preferiamo accontentarci
dei motivi ufficiali. Ragionare sui “retroscena” o fare della dietrologia (il
Vaticano è un nido di vipere, un labirinto di corruzione e simili) non ci
sembra un esercizio molto cristiano. Anzi.
Caro Aldo, grazie per la risposta. Avevo già letto delle inesattezze dette; a me non tornava soprattutto la disponibilità del card. Martini verso Benedetto XVI, e la bella riuscita dell'elezione di papa Francesco, ma poi a ripensare ai voti dei gesuiti.. Lungi da me l'intento di fare dietrologia, semmai si chiedono lumi a chi fa o tenta di fare un discernimento non profano degli avvenimenti. Francesco
RispondiEliminaGrazie a te Francesco. Per la dietrologia non mi riferivo certamente a te, ma a tutti quelli che speculano senza rispetto e senza cognizione di causa sulle vicende interne della Chiesa.
RispondiEliminaChe il card. Martini, avesse al conclave sostenuto Ratzinger è cosa che in realtà era stata detta da altre fonti. Potrebbe anche essere vera. Ciò che lascia perplesso nella ricostruzione di padre Fausti, secondo me, è la descrizione dei modi in cui questo sarebbe avvenuto, come un patto fra politicanti che concludono un accordo con metodi sbrigativi.
RispondiEliminaVorrei citare un passo di un libro uscito poco dopo l'elezione di Papa Francesco: "La nuova Chiesa di papa Francesco" a cura di tal Joseph M. Kraus (ammetto di non sapere chi sia), edizioni Moralia. Riferendosi proprio all'incontro fra Martini e Benedetto XVI nella curia di Milano, tale libro dice: "Martini, quando il Papa, contravvenendo a ogni canone, si è seduto al suo fianco, per potergli parlare occhi negli occhi, ha detto solo: "Santo Padre, prego per Lei e per la Chiesa". Alla domanda della sua infermiera, indirettamente riferita al non ottimo stato di salute di Ratzinger, "Eminenza, Lei, debole e anziano, la scerebbe l'ufficio di Papa o vescovo?", Martini avrebbe risposto: "Si, mi ritirerei a Montecassino", come a voler indicare la strada a Ratzinger, o a giustificarne una scelta molto intuita". Si tratta di una possibile ricostruzione secondo me più credibile da quella data dal gesuita, in cui si vede un Martini che, in pratica, investe Ratzinger dell'ufficio di Papa, come se fosse lui lo Spirito Santo, per giunta intimandogli quello che deve fare, e poi, otto anni dopo, praticamente gli ordina di andarsene, e per giunta, venendo ubbidito!
PMF
Gentile Signor PMF, La ringrazio molto per il Suo intervento che aggiunge qualcosa di inedito al dibattito e forse chiarisce definitivamente la questione. Non conoscevo il libro citato, ma pare che questo tal Joseph M. Kraus sia lo pseudonimo di un vaticanista tedesco, o almeno così mi è stato detto. Grazie ancora e vive cordialità
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