Frithjof
Schuon, Considerazioni sull’opera di René Guénon, a cura di Aldo La
Fata e Letizia Fabbro, Settimo Sigillo, Roma, 1992, pp. 87.
Se c’è un maestro della Tradizione che più
d’ogni altro sembra essere avvolto da un’aureola di infallibilità dottrinale,
quello è certamente René Guénon. Assai difficile, quindi, è immaginare che la
sua autorità possa essere stata in qualche modo messa in discussione, e per di
più da un testo scritto proveniente da quello stesso mondo spirituale ed
intellettuale al quale egli appartiene. Tale infatti è il caso di questa
piccola, ma assai preziosa, opera di un altro grandissimo maestro, Frithjof
Schuon, il quale, ben lungi dal voler attaccare il messaggio complessivo di
Guénon – che infatti non può che condividere totalmente -, né, tantomeno, la
sua stessa persona; intende denunciare, con toni spesso aspramente polemici, le
pecche di alcune sue affermazioni, e rettificarne opportunamente i contenuti.
Sia detto subito, prima di entrare nel
merito, che discernere effettivamente quale sia la posizione dottrinale più
corretta su questioni di grande delicatezza ed importanza, richiede certamente
non solo delle qualificazioni personali e delle competenze notevoli, ma anche,
o soprattutto, una grazia ed un’illuminazione che solo la divina Misericordia
possono concedere. In tali condizioni, quindi, non ha alcun senso che i seguaci
di uno dei due maestri si chiudano in una difesa acritica delle tesi del loro
rispettivo mentore, magari scagliandosi contro i sostenitori di
quelle avverse, giacché solo la Verità conta, e coloro che autenticamente
pretendono di appartenere alla Tradizione, non possono che schierarsi unicamente
dalla parte di Essa, la quale è infatti l’unica Autorità assolutamente
infallibile.
Dunque, a parte questioni sostanzialmente
trascurabili, che perciò tralasceremo, questo testo obbiettivamente riveste
un’estrema importanza per l’uomo occidentale, ed europeo in particolare, in
quanto la gran parte di esso si occupa delle possibilità oggettive che il
Cristianesimo possa offrire in termini di via iniziatica e realizzazione
metafisica. È fin troppo noto che negli ambienti che si interessano della
civiltà tradizionale una delle questioni più controverse e spinose sia quella
inerente ad un esoterismo cristiano, ossia: 1) se effettivamente ve ne sia mai
stato uno; 2) se, premessa una risposta affermativa al primo quesito, e
tralasciandone le sue forme specifiche, tale esoterismo sia ancora vivente ed
accessibile a chi ne fosse degno.
La risposta di Schuon a questi problemi è
assolutamente netta, e, apparentemente, del tutto fuori dagli schemi
riguardanti il perimetro che delimita l’ambito prettamente iniziatico di una
tradizione sacra, ed in particolare per quel che concerne i suoi normali
rapporti con quello exoterico: il Cristianesimo non ha affatto necessità di
costituire al proprio interno una via iniziatica, od esoterismo,
sostanzialmente e formalmente distinti dal più generale ambito exoterico o
religioso; per cui, i sacramenti istituiti da Cristo sono perfettamente validi
per le finalità che caratterizzano entrambi i contesti; il che equivale a dire
che non sono mai esistiti riti, o sentieri, iniziatici specifici, al di fuori
di quanto ordinariamente stabilito per la vita Cristiana. Per parte nostra,
dobbiamo dire che le tesi di Schuon, per quanto possano apparire estremamente
ardite, siano del tutto inattaccabili, giacché egli le motiva affermando essenzialmente
che: 1) Cristo, in quanto Dio, è la garanzia assoluta di tutte le promesse
spirituali da Lui stesso espresse in termini incondizionati ai suoi seguaci; 2)
che in nessun modo, per le medesime ragioni, i riti, o sacramenti, da Lui
istituiti avrebbero mai potuto essere modificati in seguito, né nella loro
essenza, e né quanto all’estensione della loro efficacia spirituale – chi mai
potrebbe alterare l’operato di Dio? -; pertanto, essi sono in ogni caso
validissimi sia per la salvezza dell’anima, che per la più pura e più alta
realizzazione metafisica, che è l’unione perfetta con Dio. Dacché si deduce,
necessariamente, che la Tradizione Cristiana va riconosciuta essenzialmente
come una tradizione metafisica integrale, e che se tale non appare a certuni, ciò
si deve unicamente alla loro insufficiente conoscenza di essa, o alla loro
incomprensione.
La presente recensione, quindi, vale perlopiù
come un caloroso invito, non solo alla lettura dell’opera di Schuon, ed alla
seria riflessione sulle sue folgoranti tesi, ma anche, anzi soprattutto, ad
un’immersione nella Sapienza Cristiana, la quale, paradossalmente, resta fin
troppo sconosciuta proprio a coloro i quali ne sono i principali destinatari.
Giovanni M. Tateo
Su una cosa siamo d' accordo: l' esoterismo cristiano é un' invenzione. Per il resto ognuno ha i suoi miti personali......
RispondiEliminaD'accordo con chi? La definizione di esoterismo cristiano può essere equivoca o insufficiente, ma esprime comunque una realtà storica e spirituale indiscutibile. Il discorso è certamente complesso e scivoloso, ma non lo si può rifiutare a priori.
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