14/11/11

“Povera Italia, di dolore ostello”

Senatore a vita il signor Mario Monti? Un cittadino benemerito della Repubblica e di specchiati costumi? Forse non tutti i cittadini lo sanno o se lo ricordano (e su questa ignoranza ha contato, oltre che sul complice silenzio dei politici e dei giornalisti, Giorgio Napolitano nel nominarlo) che Mario Monti è stato costretto, nella sua qualità di Commissario europeo sotto la presidenza Santer, a dare le dimissioni "per l'accertata responsabilità collegiale dei Commissari nei casi di frode, cattiva gestione e nepotismo" messi in luce dal Collegio di periti nominato appositamente dal Parlamento Europeo. La Relazione fatta da questi Saggi al Parlamento, nonostante la prudenza del linguaggio ufficiale, fa paura. Si parla infatti dell'assoluta mancanza di controllo nella "rete di favoritismi nell'amministrazione", di "ausiliari esterni" e di "agenti temporanei", di "minibilanci espressamente vietati dalle procedure amministrative", di "numerosissimi esterni fuori bilancio, ben noti all'interno della Commissione con il soprannome di sottomarini", che operano con "contratti fittizi", dietro "raccomandazioni e favoritismi"; di abusi che hanno comportato, con il sistema dei "sottomarini" l'erogazione non controllata di oltre 7.000 miliardi nell'ambito dell'Ufficio Europeo per gli Aiuti umanitari d'Emergenza (miliardi usciti dalle nostre tasche, naturalmente, e che dovevano andare, ma non ci sono arrivati se non in minima parte, ai bambini della Bosnia, del Ruanda morenti di fame). Evidentemente Mario Monti è inamovibile, o meglio può perdere un posto soltanto per guadagnarne uno migliore. Nel 1999, al momento di una caduta così ignominiosa, ha provveduto la successiva Commissione, con presidente Romano Prodi, a riconsegnargli il posto di Commissario. Cose che succedono soltanto nell'onestissimo ambito delle nostre istituzioni politiche. I semplici cittadini vanno sotto processo per gli ammanchi, o come minimo perdono l'incarico.

Da: http://www.italianiliberi.it/Edito11/no-questo-no.html

Che qualcuno ci aiuti!

5 commenti:

  1. Caro Aldo, stiamo perdendo progressivamente quote di sovranità nazionale. Ho votato Berlusconi sin dalla prima ora, in quanto lo ritenevo utile per contrastare i 'compagni' senzadio e nominalisti italiani. In effetti ha svolto il compito, ma soltanto fisicamente, ossia riducendo la presenza a Palazzo Chigi dei governi di marca progressista. Ha però fallito nelle riforme necessarie che gli si chiedevano e, non ultimo, ha dato scandalo per la sua condotta privata. Non si può scindere funzione pubblica e comportamento personale. Devono andare di pari passo, altrimenti si inficia qualsiasi azione politica, si perde in credibilità e contegno. Re finché si è degni. E comunque non lo dimentico per questo nelle mie preghiere.
    Detto questo, caro Aldo, stiamo vivendo momenti difficili sia per quanto riguarda la nostra patria che per l'Europa. Il continente è sempre più un'espressione geografica, visto che i mercanti la fanno da padrone. Non c'è una politica comune, non c'è una visione comune. Non si vogliono nemmeno riconoscere le sue radici cristiane. Insomma, il mondialismo è sempre più il sistema per uccidere i popoli. Spiace, oltremodo, sentire dalle parti del Vaticano, auspici su di un governissimo mondiale, unico, secondo loro, a tutelare i diritti delle nazioni. La Chiesa, secondo il parere di un eretico innamorato di Cristo, non può e non deve servire due padroni, Dio e Mammona. Dirò una ovvietà, ma sembra che troppe cose date per scontate si stiano affievolendo, troppi punti fermi traballano. Troppe parole e poco silenzio. Che i tempi siano maturi?
    Cosa avrebbe detto Silvano Panunzio in merito a certe posizioni, secondo me, vergognose dell'alto clero(?) e cosa avrebbe fatto, sempre il Nostro, a fronte delle maree oscure sempre più prossime alla cittadella di Cristo?

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  2. Caro Angelo,
    condivido totalmente le tue riflessioni e le tue preoccupazioni e penso che anche Silvano Panunzio le avrebbe condivise. La chiesa vaticana, la chiesa curiale e di palazzo, ha rinnegato Cristo da molto tempo e sta spingendo i suoi “figli” (bada bene: dico “figli” e non semplicemente “fedeli”) verso la catastrofe morale e spirituale. Le sue colpe dinnanzi a Dio sono dunque enormi e quasi senza perdono e, purtroppo, non si vede la benché minima ombra di un ravvedimento. Accadrà qualcosa che cambierà questo stato di cose? E’ inevitabile e l’inevitabile deve per forza accadere…

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  3. Caro Aldo,
    tu sai che non stappo champagne in occasione di una disgrazia. La Chiesa di Cristo, è pericolante e gli unici che pare non se ne accorgano son proprio i cosiddetti principi. Il potere corrompe sempre o quasi e ho una mia teoria a tal proposito. Lutero non aveva tutti i torti a lanciare le sue accuse a Roma, ai lussi e al potere esercitato dall'alto clero, papa compreso. Sbagliava il tedesco quando portava avanti tesi teologiche chiaramente eretiche e lontane dalla Tradizione cristiana. Il punto, mi pare di capire, riguarda due aspetti base. Il primo concerne i costumi, il tenore di vita degli alti prelati che contrasta evidentemente, palesemente, vergognosamente, col dettato evangelico. Altro punto, la continua rivisitazione teologica che ad ogni epoca la Chiesa subisce. fermenti evangelici? Approfondimenti? Ma per favore. Noto da parte dei cattolici in generale, la tendenza a far quadrato intorno alle autorità ecclesiastiche non appena uno scandalo, una critica, una tesi diversa, colpiscono la Chiesa nella sua istituzione, che sarà pure impregnata di Cristo, ma altrettanto è inzaccherata dalla melma del secolo. Gli alti prelati sono coccolati, godono di sudditanza inutile, ridicola, quasi sono adorati come lo è il Papa. Questa situazione di sudditanza e disorientamento teologico, crea ancor di più distanza tra la forza evangelica, i martiri, i santi, e la Chiesa fattuale, quella con cui abbiamo a che fare. Pezze teologiche le metteranno sempre quei furboni di teologi a sostegno dello status quo, ma ciò non rimanderà in eterno la fine.
    Non capisco perché diventi eresia ogniqualvolta qualcuno sottolinea certe storture, ma diciamola tutta, certe porcate che riguardano comportamenti e scelte ecclesiastiche. Non sono intoccabili, sono uomini che sebbene abbiano preso i voti, abbiano giurato di fronte a Dio, si macchiano di peccati a volte innominabili. Specialmente i potenti del Vaticano, che poco o punto resistono a tentazioni e al fascino perverso del potere. Li vedo spesso in tivvù guardarsi nel monitor con fare pavoneggiante, atteggiarsi, parlare di aria fritta, come attori che recitano un ruolo. Caro Aldo, quello che frega ogni uomo è l'ego. Quando mi guardo allo specchio e fisso quel volto, faccio fatica a far recedere quello schifoso pronome. Quante volte ogni santo giorno, devo combattere il mio egoismo, superare i dubbi ricorrenti. Lotto e a volte vinco, altre perdo. So poche cose, una però credo di averla capita, a caro prezzo pure. Solo se dimentico me stesso, se faccio un passo indietro, si libera lo spirito e sento il divino. Un lampo, certo, un momento infinitesimale, ma qualcosa di bello appare. Ecco. Sono un uomo come gli altri che ricerca Dio dappertutto, ma prima lo cerco dentro di me, purché il 'me' faccia spazio. Però, non mi faccio baciare la mano da nessuno e penso che nessun uomo lo debba fare né pretendere. Le migliori persone che abbia mai incontrato sono povere in canna, vivono del poco che un modesto lavoro gli consente, non sono attaccate alle cose perché sanno che tutto è transitorio e si ha tutto in prestito. Le sento vibrare di un aura speciale, quando ti incontrano non ti parlano di Dio, no, ti chiedono come stai, come stanno i tuoi figli, tua moglie. Sono umane, magnificamente umane, ridono piangono amano, si fanno in quattro se hai bisogno e non chiedono niente in cambio. Esistono ancora, Aldo, e sono la testimonianza vivente che Dio esiste e ci ama.

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  4. Caro Aldo, è inquietante, ma allo stesso tempo verissimo quello che dici riguardo la chiesa: lascia i suoi figli verso la catastrofe morale e spirituale.
    Aveva avuto visioni giuste s.Giovanni Bosco: la quarta visita del Signore sarà la più terribile e proporzionata alla corruzione del sacerdozio. Tuttavia, dopo il diluvio ci sarà l'alba di un nuovo giorno.
    Che il Signore ci assista!
    Vale!

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  5. Grazie ad Angelo e Roberto per i loro commenti. Ad Angelo dico: io non direi la Chiesa di Cristo (questa è eterna e esente da errori), ma mi limiterei, come invece ho detto nel post precedente, ai palazzi vaticani e alla curia. Sono i “burocrati” del Vaticano ad aver preso il sopravvento sui veri chierici. Sono loro gli apostati, i traditori, i ribelli. Loro che hanno la responsabilità di testi e documenti pontifici che quasi più nulla hanno a che fare con la sapienza e la verità del Vangelo. Il problema è che costoro riescono ad avere perfino un’influenza sul Papa e ad imporre le loro menzogne in tutti o quasi gli ambienti ecclesiastici. Sul comportamento dei singoli sacerdoti e religiosi/e invece (compresi vescovi e cardinali), distinguerei caso per caso. Non si possono infatti, né si devono fare facili generalizzazioni. Accusare la Chiesa di nefandezze - quando tali nefandezze però siano vere e non montate ad arte dalla propaganda antireligiosa- non solo non è eretico ma è perfettamente cattolicamente. Il problema è che i critici più violenti della Chiesa sono i “non cattolici” e che costoro usano argomenti e tesi strumentali al loro partito preso. Questi non sono eretici: sono nemici della Chiesa. Eretici sono tutti quelli che pretendono di restare cattolici sostenendo idee e dottrine che con la Chiesa di Cristo poco o nulla hanno a che fare.
    Tu poi dici che il nemico principale dell’uomo o dello Spirito è l’io, quello che i medievali definivano “l’oscuro despota” e questo però è vero solo in parte, giacché è l’io che sceglie di schierarsi con il bene o con il male o di stare nel mezzo. Se tu annullassi l’io cosa ne sarebbe delle tue azioni e che valore avrebbero le tue scelte? Non si tratta allora di annullare l’io (tesi gnosticheggiante), ma di liberarlo dalle sue prigioni mentali e dalla morsa del “peccato” (tesi cattolica). Il discorso sarebbe assai lungo e qui per ragioni di spazio lo semplifico al massimo, tanto so bene che tu mi capisci al volo.
    Sulla verità dei poveri e le menzogne dei ricchi. La ricchezza come pure la povertà sono condizioni ambedue alienanti che facilmente allontanano l’uomo dalla verità e dalla realtà. I poveri di cui parli tu in verità sono persone che si accontentano saggiamente del necessario e non pretendono di più, ma mi chiedo e ti chiedo: di questo loro equilibrio che ne sarebbe se fossero messi veramente e letteralmente per strada, se si togliesse loro un tetto, la famiglia e non avessero più di che nutrirsi? Dove andrebbe a finire la loro concordia, la loro saggezza, la loro bontà d’animo e la loro abituale generosità ? Saprebbero come san Francesco dire “perfetta letizia” di questa terribile condizione in cui dovessero venire a trovarsi? Non è detto, ma francamente ne dubito. E aggiungo: sobrietà e saggezza non dipendono da fattori economici, ma da imponderabili interiori non misurabili e non quantificabili.
    Un caro abbraccio.

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