27/01/09

I cattolici ritornano a casa

Con un atto che ha destato le polemiche di una parte del mondo ebraico e modernista, qualche giorno fa, il Sommo Pontefice ha tolto la scomunica ai quattro vescovi nominati da Mons. Lefebvre il 30 giugno 1988, con l’unico intento di non perdere il patrimonio della Tradizione.

Dagli ambienti tradizionalisti però ancora si avanzano delle legittime richieste come la rivalutazione di Mons.Lefebvre ed un riconoscimento ufficiale della comunità all’interno della Chiesa.

Da Città del Vaticano trapelano dei chiari messaggi secondo cui il processo di reintegrazione, iniziato proprio con il “Motu proprio”, non è terminato; all’interno della chiesa sono molte le opposizioni da parte di coloro che pronti ad accettare qualunque tipo di eresia e di movimenti eretici vogliono negare ai tradizionalisti il diritto di stare alla tavola del Padre, come legittimi figli primogeniti.

Queste persone neanche si immaginano che cosa sarebbe accaduto se Mons. Lefebvre non avesse dato vita alla sua comunità. Gran parte della Tradizione Cattolica, e dunque universale, si sarebbe persa; quel patrimonio dell’umanità che ha unito sotto le insegne dello Spirito popoli e culti di tutto il mondo e con la sua struttura vivificato i culti tradizionali precedenti ormai spenti assorbendone il meglio, sarebbe stata perduta.

Un problema dottrinario

Il problema infatti non è tanto la lingua o le modalità della messa, non fu questo il motivo principale di Mons. Lefebvre di dar vita ad un seminario, quanto la perdita della dottrina fondante della Chiesa, sempre viva all’interno ma sempre meno chiara all’esterno dove troppo spesso vengono prese troppo in considerazione dichiarazioni e gesti di sacerdoti e vescovi non qualificati o comunque servi di un padrone che non è il Signore.

Sulle spalle di pochi

Il crollo avvenuto nella chiesa in seguito alla strumentalizzazione delle direttive del concilio vaticano II, con questo atto di Benedetto XVI ha subito un assestamento; dispiace, certo, che la popolazione cattolica di massa sia costretta a sorbirsi la messa moderna, sulla cui validità nessuno ha niente da eccepire, visto che tutto ciò che è Sacro non può minimamente dipendere o essere influenzato dai cambiamenti dell’uomo; ma adesso più di prima, perché la messa tradizionale o meglio la santa messa non è mai stata abrogata, le persone dotate di una sensibilità maggiore possono scegliere; possono scegliere tra le chitarre, gli abbracci e i canti da carosello o la serietà virile del sacrificio eucaristico; la cosa che maggiormente conta è che ciò avvenga dentro la chiesa perché proprio come ai tempi di San Francesco Papa Innocenzo III in un sogno vide la chiesa, a quei tempi in preda a corruzioni e problemi ben più gravi di quelli odierni, sostenuta sulla spalla dell’esile fraticello anche oggi la vita di questo grande ed immenso mondo cattolico si sostiene sulle misere spalle di quei sacerdoti semplici, preparati e veramente consapevoli della crisi che il mondo intero si appresta a vivere e che ogni giorno, nelle piccole chiesette dinanzi a due o tre fedeli, mantengono fede al comandamento di Nostro Signore “fate questo in memoria di me”.

L’apocalisse

C’è chi sostiene che non è un caso che proprio in prossimità a quel cambio epocale, descritto da tutte le tradizioni più antiche, e di cui i segni ormai preannunciano l’arrivo, la chiesa con gesti simili cerchi di arrivare unita e forte, seppur in diverse forme, alla resa finale; ogni anima troverà il posto che si è costruita in terra, compito della Santa Sede è non privare le anime superiori dei mezzi per giungere alla santità che il cattolicesimo, proprio nella sua universalità ed unicità, ha sempre offerto.

Poco importa che la maggioranza ignori il valore del “Pater Noster” recitato in latino, o delle litanie del rosario, poco importa che in pochi conoscano le modalità anche fisiche della preghiera e la formula della preghiera del cuore tramandata da Nostro Signore e custodita da monaci ortodossi, poco importa; quel che importa è che chi ne ha le possibilità si serva di questi strumenti per dare il proprio contributo di testimonianza affinché la Tradizione delle tradizioni, quella che più di tutte si avvicina alla Tradizione Primordiale, fonte eterna di sapienza rimanga viva…

(Autore: Gaspare Dono; fonte:www.azionetradizionale.com)

Addendum

Il punto di vista del giovane amico Gaspare Dono ci trova in massima parte d'accordo, ma l'argomento varrà il caso di ulteriori messe a punto che speriamo fare prossimamente.

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