Il testo che qui presentiamo è una silloge tratta dal libro
di Jean Phaure “Le Cycle de l’Humanité Adamique” (Introduction à l’étude de la
cyclologie traditionnelle et de la fin des temps) Dervy, Paris, 1973), adatto
più d’altri a nostro avviso a lumeggiare adeguatamente il problema. Si dirà che
sullo stesso soggetto non mancano documenti sotto molti rispetti simili, ma
possiamo assicurare che di regola la loro caratteristica è di essere o troppo
limitatamente confessionali o innecessariamente apologetici e quindi sovente
inadatti e inefficaci nell’orizzonte multiculturale, interculturale e
interreligioso dei nostri tempi. Nel caso di Phaure invece ci troviamo di
fronte a pagine sobrie ed equilibrate che hanno il pregio, in verità assai
raro, della sintesi e della semplicità e che sanno integrare in un unicum
dimensione filosofica e teologica, biblica e profetica, mistica e
soprannaturale, mitica e simbolica, senza mai scadere nell’eclettismo e nel
sincretismo e soprattutto senza mai smarrire l’identità e specificità cattolica
o perdere di vista la stella polare di una Dottrina dello Spirito
cristianamente orientata.
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