L’appunto -
emerso nove anni fa - di Pio XII in cui è raccontato il “miracolo del sole”.
«Era
il 30 ottobre 1950», antivigilia del giorno della solenne definizione
dell’Assunzione, spiega Pio XII. Il Papa si accingeva per proclamare dogma di
fede ciò che la Chiesa aveva sempre creduto fin dai primi secoli, e cioè
l’assunzione corporea in cielo della Madonna al momento della morte. Lo faceva
dopo aver consultato l’episcopato mondiale, unanimemente concorde: soltanto 6
risposte su 1.181 avevano manifestato qualche riserva. Verso le quattro di quel
pomeriggio faceva «la consueta passeggiata nei giardini vaticani, leggendo e
studiando». Pacelli ricorda che, mentre saliva dal piazzale della Madonna di
Lourdes «verso la sommità della collina, nel viale di destra che costeggia il
muraglione di cinta», sollevò gli occhi dai fogli. «Fui colpito da un
fenomeno, mai fino allora da me veduto. Il sole, che era ancora abbastanza
alto, appariva come un globo opaco giallognolo, circondato tutto intorno da un
cerchio luminoso», che però non impediva in alcun modo di fissare lo sguardo
«senza riceverne la minima molestia. Una leggerissima nuvoletta trovavasi
davanti». «Il globo opaco - continua Pio XII nell’appunto - si muoveva
all’esterno leggermente, sia girando, sia spostandosi da sinistra a destra e
viceversa. Ma nell’interno del globo si vedevano con tutta chiarezza e senza
interruzione fortissimi movimenti».
Il Papa
attesta poi di aver assistito allo stesso fenomeno il giorno seguente, 31
ottobre, e anche il 1° novembre, nel giorno della definizione del dogma
dell’Assunta; quindi di nuovo l’8 novembre. Poi non più. Ricorda pure di aver
cercato «varie volte» negli altri giorni, alla stessa ora e in condizioni
atmosferiche simili, «di guardare il sole per vedere se appariva il medesimo
fenomeno, ma invano; non potei fissare nemmeno per un istante, rimaneva subito
la vista abbagliata».
È da notare
come il Papa non parli mai di “miracolo”, né si lanci in possibili
interpretazioni. Ma certamente rimase colpito dalla coincidenza. Nei
giorni seguenti, Pio XII riferiva il fatto a cui aveva assistito «a pochi
intimi e a un piccolo gruppo di Cardinali (forse quattro o cinque), fra i quali
era il Cardinal Tedeschini». Quest’ultimo, nell’ottobre dell’anno seguente, il
1951, si doveva recare a Fatima per chiudere le celebrazioni dell’Anno Santo.
Prima di partire era stato ricevuto in udienza e aveva chiesto al Papa di poter
citare quella singolare visione del sole roteante nell’omelia. «Gli risposi:
“Lascia stare, non è il caso”. Ma egli insistette - continuava Pio XII nel
manoscritto - sostenendo l’opportunità di tale annuncio, ed io allora gli
spiegai alcuni particolari dell’avvenimento». «Questa è, in brevi e semplici
termini - concludeva Papa Pacelli - la pura verità». «Pio XII era persuasissimo
della realtà del fenomeno straordinario, cui aveva assistito ben quattro
volte», ha testimoniato a suo tempo suor Pascalina Lehnert, la religiosa
governante dell’appartamento papale.
Il
cosiddetto “miracolo del sole”, come abbiamo ricordato, si era già verificato
il 13 ottobre 1917 a Fatima, durante l’ultima delle apparizioni ai tre
pastorelli. Così lo raccontò nella sua cronaca M. Avelino di Almeida,
giornalista laico e non credente, inviato del quotidiano “O Seculo” e testimone
oculare: «E si assiste allora ad uno spettacolo unico ed incredibile allo
stesso tempo per chi non ne è stato testimone... Si vede l’immensa folla
voltarsi verso il sole sgombro di nuvole, in pieno giorno. Il sole ricorda un disco
d’argento sbiadito ed è possibile guardarlo in faccia senza subire il minimo
disagio. Non scotta, non acceca. Si direbbe un’eclisse».
Pio XII era
molto legato a Fatima: la prima apparizione ai tre pastorelli era infatti
avvenuta il 13 maggio 1917, lo stesso giorno in cui Pacelli veniva consacrato
arcivescovo nella cappella Sistina. È attestato che Pio XII e la veggente suor
Lucia Dos Santos, rimasero sempre in contatto, e il Pontefice, nell’ultimo anno
della sua vita, conserverà il testo del Terzo segreto di Fatima nel suo
appartamento. A mantenere i contatti diretti tra Lucia e il Papa era la
marchesa Olga Morosini Cavadal, la donna che nel 1977 accompagnò il patriarca
di Venezia Albino Luciani dalla veggente di Fatima nel monastero di Coimbra:
«Varie volte - ha dichiarato la marchesa al processo di beatificazione di
Pacelli - trasmisi messaggi del Santo Padre per suor Lucia e di questa per lui,
ma siccome promisi di mai rivelare nulla a chicchessia, non mi sento
autorizzata a farlo adesso».
Grazie, caro Aldo, per aver riportato il "miracolo del sole" rivisto dal Pastor Angelicus. Chissà se Andrea Tornielli ha preso spunto anche dal testo di Silvano Panunzio nella "Summa Sanctitatis"...
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