La Montagne du Silence è un libro scritto da un docente di sociologia
dell’università del Maine, nato a Cipro, nelle montagne del Troodos, insieme a
Padre Maximos vissuto per lungo tempo sul Monte Athos (il “Tibet del
cristianesimo”) e poi rimandato contro il suo volere “nel secolo” a Cipro, sua
città natale. La sua presenza a Cipro ha permesso all’autore Kyriacos C.
Markides di incontrarlo e di avere con lui, in modo privilegiato, delle
lunghe conversazioni sulla fede ortodossa. Tra i punti più notevoli di questo
libro troviamo diversi capitoli sulla natura semi-fisica degli esseri
spirituali e sui pensieri perturbatori che un monaco deve affrontare durante la
sua disciplina di purificazione.
I demoni
I monaci atoniti considerano
i demoni e gli angeli come forze reali e non come allucinazioni. Poiché il
padre Maximos conosceva bene il padre Porphyrios, grande atonita e taumaturgo
(morto nel 1992), racconta diversi aneddoti importanti tra i quali uno relativo
a un attacco demoniaco ai danni di un monaco che pregava con il suo “rosario”
ortodosso (komboskini).
Il monaco sacerdote amico del
padre Maximos, era stato aggredito da un demone che prendendolo per il collo aveva
cercato di strangolarlo. I due caddero a terra e il demone, prima di riuscire a
liberarsene, gli sferrò un colpo forte e molto doloroso in pieno petto. Questo
monaco sacerdote non aveva legami con il padre Porphyrios né lo aveva conosciuto,
ma la mattina del giorno dopo ricevette una sua chiamata. Il padre gli disse
che se l’era cavata piuttosto bene, ma che aveva la parte alta dei polmoni
danneggiata e che avrebbe dovuto consultare un dottore per essere curato.
Secondo il padre Maximos, i
demoni non sono dei concetti astratti del male, ma angeli caduti, entità reali
ed oggettive che possono anche causare danni
fisici. I monaci novizi sono spesso vittime dei loro attacchi. Quando il padre
Maximos era novizio e veniva preso per il collo dai demoni, correva a cercare
rifugio presso l’anziano monaco Paisios. “Mi insegnava a non aver paura e a non
reagire alle parole del demone, che urlava e mi spaventava con minacce di
morte. Parlava incessantemente e giurava che mi avrebbe abbattuto come un
agnello.” (p.99) L’anziano Paisios diceva anche che una volta aveva colpito con
forza Satana, e che quel giorno non era andato a comunicarsi per il rimorso di
averlo lasciato mentre gemeva dal dolore.
In seguito Markides racconta
un altro aneddoto a proposito di un attacco demoniaco avvenuto in un villaggio
turistico a Cipro. Negli anni venti, una coppia di russi era stata afferrata da
una forza demoniaca e scagliata fuori dalla propria casa. Era stata un’esperienza
sconvolgente perché non accaduta durante il sonno, ma in pieno giorno.
Poi ricorda la vita dello
Starez Joseph l’Esicasta (1898-1959), che viveva da eremita in una grotta del
Monte Athos. Un giorno andarono a fargli visita in due, un suo amico accompagnato
da un’altra persona, ma essendo il posto molto piccolo, lo Starez aveva offerto
all’amico il suo letto e all’altro pellegrino l’unica piccola stanza
disponibile. Quanto a lui, andò a fare una agrypnia
(una veglia). Durante la notte alcuni demoni attaccarono l’eremo e la mattina
del giorno dopo il suo amico era pieno di ferite. Joseph l’Esicasta gli disse
di non aver paura in quanto i demoni lo avevano scambiato per lui.
Secondo il padre Maximos, “il
più grande successo di Satana è stato di convincere tutti della sua inesistenza.
Ma coloro che hanno esperienza della pratica spirituale sono coscienti della
sua esistenza e delle malvagità che provoca ovunque.” (p.100) Markydes racconta
come prova gli avvenimenti accaduti nel villaggio francese di Delain
nell’ottobre del 1998: accaddero strane cose nella chiesa di quel piccolo
villaggio dell’Alta Saona. Per tre giorni, dal giovedì al sabato, gli oggetti
si misero a volare e a rompersi da soli davanti a una quindicina di abitanti
totalmente sbalorditi. “Volavano letteralmente, spiegava il sindaco del
villaggio. Alcuni vasi si rompevano in mille pezzi sul pavimento ai nostri
piedi. Era incredibile e pericoloso. A volte si aveva l’impressione di essere
presi di mira, ma per fortuna, nessuno è stato toccato”. “Vasi, statuette di
gesso, lumini e una buona parte degli oggetti presenti in chiesa hanno
cominciato a muoversi e a rompersi senza alcuna spiegazione”. “La cosa più
impressionante è stata probabilmente quel grosso cero che ha attraversato la
chiesa per una ventina di metri prima di spaccarsi in due in lunghezza”,
spiegava uno dei testimoni della scena.
Il padre Maximos inoltre
raccomandava: “tenete a mente che Satana
è un’entità reale che, allo scopo di ingannare, cambia costantemente forma. E’
uno dei segni che consentono di determinare se una visione viene da Dio o dal demonio.
Le cose che vengono da Dio non cambiano forma o apparenza allo scopo di far
paura o creare confusione. (…) Ti ricordi quando l’anziano Paisios ebbe una
conversazione con Santa Efymia che durò otto ore? La santa non cambiò mai forma
in tutto quel tempo. Invece Satana cambia apparenza continuamente, non conserva
mai una forma stabile in quanto il suo scopo è di confondervi.” A testimonianza
il padre Maximos riporta la dichiarazione di un giovane che vedeva Cristo. Si dà
il caso che aveva a che fare con una forza demoniaca che si faceva passare per
il Cristo. Da dove l’utilità di una guida spirituale che abbia l’esperienza
necessaria per distinguere la natura delle forze che si incontrano.
Inoltre, ci spiega sempre il
padre Maximos, alcuni luoghi sono carichi di un’energia demoniaca. E racconta
che una volta, mentre camminava in città, sentì improvvisamente un’energia
molto negativa vicino a un semaforo rosso. Siccome non sapeva di cosa si
trattasse, si guardò intorno e vide che proveniva da uno scantinato utilizzato
come locale notturno. E’ probabile che in quel luogo si usassero droghe e ci si
prostituisse, poiché “quando alcuni peccati vengono commessi in un luogo in
particolare, questo e lo spazio circostante si caricano di energia demoniaca
che influisce sulle persone che trascorrono del tempo in quel luogo.” (p.103)
Ovviamente, è possibile cambiare l’energia di un determinato ambiente
consacrandolo.
Tuttavia, l’essere aggredito
dai demoni non è segno di santità, spiega il padre. In effetti, può accadere
che alcuni demoni aggrediscano una persona solo per gonfiarne l’ego. Allo
stesso modo può accadere anche che qualche stregone si avvalga dei demoni per
realizzare un incantesimo e che poi questi finiscano per ritorcersi contro di
lui. A questo proposito racconta di un’esperienza vissuta con un giovane di
Tessalonica (l’odierna Salonicco). Costui era un adoratore del diavolo e sosteneva
che Lucifero fosse il signore del mondo. Padre Maximos si mise a leggere alcune
preghiere fino allo sfinimento. Poi passò a leggere il libro di preghiere
contro i demoni di San Giovanni Crisostomo, e allora il soggetto fu colto da
spasmi e tremori mentre gli usciva schiuma dalla bocca; non si trattava di un
attacco di epilessia, ma di possessione demoniaca. Finalmente, dopo questo
esorcismo, il giovane si confessò.
Il padre Maximos spiega che i
problemi dovuti alla magia e al satanismo sono comuni. Aveva incontrato quattro
persone con problemi analoghi che praticavano dei rituali e avevano perso il
controllo della situazione. Una di queste persone era un potente medium che
praticava un culto brasiliano. Costui aveva aperto un locale a Tessalonica dove
guariva le malattie invocando i demoni, ma ad un certo punto queste entità gli si
rivoltarono contro.
Cita anche l’esempio di un
guaritore orientale che essendo stato interrogato sulle sue capacità aveva
finito col perdere la pazienza. Orbene, spiega il padre Maximos, l’egotismo e l’orgoglio
sono i segni più sicuri dell’inganno. I santi non diranno mai di essere santi.
Perciò il Padre evoca San
Simeone lo Stilita (392-459), che soleva arrampicarsi su una colonna di marmo
per pregare. Gli anziani si domandavano se il suo comportamento fosse ispirato
da Dio o da Satana. Si riunirono e decisero che l’unico mezzo per conoscere la
verità era quello di provocarlo, accusarlo e forzarlo a scendere. Così fu fatto
e San Simeone discese, si prostrò e chiese perdono. La sua reazione dimostrò
loro che non era influenzato dallo spirito ingannatore in quanto il carattere
più probante della santità è l’umiltà. Non poter tollerare la critica vuol dire
per certo non essere un santo.
La maggior parte delle
persone cerca una risposta rapida per difendersi dalle influenze demoniache. Ma
non esiste una risposta rapida realmente efficace, la guarigione passa
attraverso un lungo e serio lavoro su di sé, nonché attraverso un cambio di
atteggiamento. In questo caso gli spiriti benevoli possono aiutare, proteggere
e guidare. Gli esseri umani hanno il proprio angelo custode, ma anche le
nazioni. Ogni città, villaggio, località, o luogo di culto ha il suo angelo
custode. Gli angeli sono onnipresenti, spiega il padre Maximos, “numerosi saggi
e santi, raggiunto un certo stadio, non solo hanno sentito la presenza dei
propri angeli custodi, ma hanno anche conversato con loro”. Ad esempio, il
padre Iacovos mandava sempre il proprio angelo custode a verificare chi fosse a
bussare alla sua porta prima di aprire (…).
(Il testo tradotto dal francese da Aldo La Fata è apparso sulla stampa d'oltralpe nel 2002, ma non se ne sa indicare la fonte precisa)
Kyriacos C. Markides è docente di Sociologia presso l'Università del
Maine, negli Stati Uniti, e autore di vari libri di successo su Daskalos, il
mago di Strovolos. Ha conosciuto il Maestro a Cipro, suo paese natale, nel
1978, e da allora ha scelto di testimoniare attraverso i suoi scritti gli
eventi eccezionali a cui ha avuto modo di assistere.
L’editrice italiana Macrolibri
ne ha pubblicato i seguenti titoli: “Il mago di Strovolos”, “Omaggio al sole”, “Fuoco
nel cuore”.
Testo interessantissimo. Ringrazio moltissimo Aldo, per la traduzione di un suo estratto, in quanto non credo ne esista una traduzione integrale in italiano.
RispondiEliminaDa profano, mi sento di dire, liberamente e senza vergogna, che leggerne anche solo poche righe, mi ha palesemente scioccato. Che tali "forze" potessero operare nel mondo fisico, fa chiaramente crollare qualsiasi certezza l'uomo comune possa avere. Mi chiedo però, se così fosse, cosa impedisce a queste "forze" di agire liberamente per schiacciarci tutti...esistono forse delle regole precise da cui sono costrette?
Interessante anche leggere che queste forze hanno decisamente più spazio e libero sfogo, nei luoghi densi di peccato ed energie negative.
Mi chiedo però come mai questa rivelazione aperta anche ai profani. Questo tipo di "segreti" mi sembrano quelle classiche cose che difficilmente si sbandierano in giro, forse i tempi in cui viviamo e l'estremo inganno del Diavolo (di occultare la propria Esistenza) fanno sì che si ritenga non solo opportuno, ma necessario, la rivelazione di tali sconcertanti verità?
Un saluto
Grazie Fabrizio per il commento. A me sembra evidente che a queste “forze” sia stato dato il potere di agire “nei limiti” imposti dalla loro condizione e dal loro stato. Della loro “doppia” natura visibile-invisibile ci sono poi molte testimonianze sia nella letteratura cristiana che in quella di altre tradizioni. Mi vengono in mente, tanto per riferirsi a fatti a noi abbastanza vicini tanto storicamente che culturalmente, le furiose lotte “fisiche” col demonio di San Pio da Pietralcina di cui furono testimoni i suoi stessi confratelli. Oltre ai casi di “possessione” dunque, si danno anche quelli di vessazioni fisiche vere e proprie. Certo è che si tratta di fenomeni comunque assai rari e quale sia il motivo di questa “rarità” mi sembra difficile dirlo. I soggetti più esposti alle vessazioni anche fisiche del demonio sembrano essere i santi, i monaci, gli eremiti, gli anacoreti e tutti quelli che vivono in luoghi isolati e selvaggi (su quest’ultimo aspetto ci vorrebbe uno studio di geografia sacra). Si potrebbe anche pensare che sia proprio la fede del soggetto ad “alimentare” queste entità fornendo loro energia sufficiente a materializzarsi in forma anche fisica. Difficile dirlo. Bisognerebbe inoltre indagare nell’ambito della vita monastica cristiana e nelle clausure, ma la Chiesa latina su questo tende prudentemente al silenzio e alla reticenza. I monaci atoniti invece pare abbiano abbandonato questa prudenza, forse proprio per ricordare a noi cristiani - e in generale a tutti gli uomini - che non si penetra il Mistero di Dio senza passare sotto le forche caudine del Maligno.
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