06/01/10

Reggia di Venaria: la mostra dei Cavalieri


Fino all’11 aprile 2010
Cavalieri. Dai Templari a Napoleone
Storie di crociati, soldati, cortigiani
A cura di: Alessandro Barbero e Andrea Merlotti

Essere cavaliere: cavaliere del Tempio, di Malta, dell'Annunziata, della Legion d'onore, di Vittorio Veneto o del Lavoro. Cosa accomuna, sul filo del tempo, queste realtà a prima vista così diverse? La nostra civiltà si porta dietro fin dal Medioevo cristiano l'idea che l'onore, o il merito, di un uomo possano essere esaltati e ricompensati con il diritto di portare una croce e di appartenere ad un ordine di cavalieri.
La mostra Cavalieri. Dai Templari a Napoleone. Storie di crociati, soldati, cortigiani, curata dal Consorzio di Valorizzazione Culturale La Venaria Reale e ospitata alla Reggia dal 28 novembre 2009 all’11 aprile 2010, racconta la storia di come gli ordini cavallereschi medievali, che riunivano combattenti sotto le insegne di Cristo, abbiano prima lasciato il posto a quelli monarchici del Rinascimento e dell'Antico regime (dalla Giarrettiera al Toson d’Oro alla sabauda Annunziata), e poi alle moderne e democratiche decorazioni al merito: attraverso questa speciale prospettiva sono rappresentati e rivivono secoli di storia europea, con le loro dinamiche politiche e sociali e vicende avventurose di uomini.
Circa 120 le opere (statue, dipinti, abiti, armature, gioielli, insegne, manoscritti) sono state raccolte alla Reggia da collezioni e musei italiani e stranieri per descrivere il percorso secondo tre grandi filoni: dall’epoca delle Crociate e dei Templari con gli ordini definibili come “monastico-cavallereschi”, a quella degli “ordini monarchici e militari”, fino al periodo napoleonico con il quale gli ordini cavallereschi superarono l’Antico regime trasformandosi in “decorazioni” con l’inizio dell’Ottocento. Oggi, tranne la Svizzera, tutti gli Stati d’Europa hanno propri ordini con simboli che richiamano ancora quelli degli ordini istituiti nel Tre-Quattrocento.
Tra le affascinanti attrazioni presenti in mostra, è senz’altro da citare la misteriosa “testa di Templecombe”, una tavola medievale datata col carbonio 14 al 1280 circa, poco prima del processo che segnò la tragica fine dell'Ordine. Murata e ricoperta di intonaco, fu ritrovata durante la seconda guerra mondiale in seguito all’esplosione di una bomba tedesca nell'omonimo villaggio inglese, già sede di una precettoria templare. Molte sono le leggende che ruotano attorno a quest’opera: alcuni sostengono che rappresenti il volto di Cristo della Sindone; altri ci vedono semplicemente la testa di San Giovanni Battista: in ogni caso la sua storia romanzesca fa nascere il sospetto che la “testa di Templecombe” abbia invece qualcosa a che fare con l'idolo a forma di testa umana (il Baphomet) che i Templari erano accusati di adorare in segreto.
Al di là dei simboli e delle rappresentazioni, la mostra offre la possibilità di ammirare autentici capolavori, fra cui il Ritratto equestre di Giovan Carlo Doria, cavaliere di Santiago del Rubens, il Ritratto di cavaliere di Malta di Tiziano, il Ritratto di cavaliere Mauriziano del Carracci, il Ritratto di cavaliere di Fra’ Galgario, il Ritratto di San Giovanni Battista come cavaliere di Malta di Mattia Preti, il Ritratto della contessa de Chinchon di Goya. Tra i manoscritti si segnalano una rara copia della Regola dei Templari risalente al XIII secolo e gli Statuti dell’Ordine della Giarrettiera donati dalla regina Maria d’Inghilterra (la celebre Bloody Mary) al duca Emanuele Filiberto di Savoia.
La mostra presenta anche sfarzosi abiti e preziosi gioielli: fra i primi sono particolarmente rilevanti i manti di cavaliere dell’Ordine del Toson d’Oro e dell’Ordine della Corona Ferrea, provenienti dalla Schatzkammer del Kunsthistorisches Museum di Vienna; fra i gioielli meritano una menzione un rarissimo collare settecentesco dell’Ordine dell’Annunziata e uno splendido collare dell’Ordine dell’Elefante concesso alla Venaria dalla Regina di Danimarca. Il pubblico è accompagnato nella visita dall’ambientazione musicale appositamente commissionata a Nicola Campogrande: la partitura, scandita in quattro movimenti (“Luci del Medioevo”, “Con occhi rinascimentali”, “Gli abbagli del Barocco” e “Immagini di Napoleone”), “crea l’atmosfera” per rivivere miti e leggende che dal Medioevo si associano alla storia dei Cavalieri e dei Templari.
Fonte: http://www.lavenaria.it

Nessun commento:

Posta un commento