di Dario Noascone
Pubblicare ai nostri giorni un testo di
Metafisica, materia all’apparenza inconciliabile con le visioni del mondo
attualmente prevalenti è, a dir poco, un gesto audace. Accostare poi
l’aggettivo “cristiana” significa, probabilmente, incappare nell’ostracismo di
un universo intellettuale ormai orientato al post-tuttO.
Termine complesso, dalla sostanza
inafferrabile, la Metafisica sembra ormai relegata al rango di gioco
d’intelletto per pochi cultori. Qualcuno ha osservato come lo stesso concepirne
l’idea sia ormai facoltà perduta di buona parte degli esseri umani. Nonostante
ciò, c’è ancora chi prova a dare nuova linfa ad un sapere che, anche solo in virtù
della plurisecolare tradizione vantata in ambito filosofico, merita di essere
preservato e rigenerato. Viene da
Oltralpe il tentativo più recente di esporre i complessi concetti della
Metafisica, e il merito è dello studioso di religioni Bruno Bérard, la cui
opera ha trovato in Italia un’accoglienza altrettanto coraggiosa. A rendere
disponibile il pregevole testo si sono infatti attivate forze intellettuali di
prim’ordine, a partire dal promotore e curatore dell’opera, l’infaticabile Aldo
La Fata, devoto e lungimirante allievo di Silvano Panunzio che già lo scorso
anno dedicò al proprio Maestro un’esauriente biografia, e che ancora una volta
ha scelto di affidare la pubblicazione
alla prestigiosa casa editrice
Simmetria, la quale, nella sua realtà ibrida di Fondazione, Museo e casa
editrice vicina al mondo della Tradizione, ci ha da tempo abituati a
pubblicazioni di indiscusso valore ed originalità.
“Introduzione a una Metafisica Cristiana”
– questo il titolo – è l’opera con cui Bruno Bérard rilancia questa sempre più
distante branca della filosofia, e sceglie di farlo nel migliore dei modi:
facendo chiarezza. Ne è indizio l’impostazione quasi a glossario del primo
capitolo, propedeutico ad un più sostanziale passo avanti nella materia: il
procedere di definizioni e distinzioni tra termini fondamentali prepara ad
affrontare, nelle parti successive, tutte le tematiche con cui la metafisica
non solo si confronta, ma si autodefinisce. Si tratta, infatti, di materia
sfuggevole persino a definizioni categoriche, le cui essenza e finalità
prendono forma lentamente, pagina dopo pagina. La ricchezza e l’originalità
dell’opera di Bérard sta proprio in questo definire progressivamente, argomento
dopo argomento, oggetto dopo oggetto. In una parola: ordine. C’è un che di
paterno nel procedere per gradi e per difficoltà da parte dell’autore,
nell’accompagnarci per mano fuori dall’arido razionalismo per avvicinarci a
quella “visione intellettuale”, ai confini estremi del sapere, che è via
prediletta della Metafisica. In poco più di duecento pagine, Bérard affronta
con mirabile sintesi e chiarezza
concetti quale simbolo – ente vivo -, ermeneutica, paradosso, distingue tra
ragione e intelligenza, credere, conoscere e sapere, il tutto per poi
proiettarsi nei concetti fondamentali del Cristianesimo e trovando sponda, in
egual misura, sia negli autori classici, sia in una rosa di studiosi
contemporanei che, come lui, sondano le profondità delle verità ultime con
sensibilità contemporanea a legata a doppio filo con la Tradizione.
Non siamo certo di fronte ad un’opera per
un pubblico vasto, ma nel suo approccio progressivo “Introduzione a una
Metafisica Cristiana” può costituire un validissimo punto di partenza per chi
intende intraprendere un viaggio nelle profondità più vertiginose della
sapienza cristiana, senza il rischio di perdersi in eccessi di speculazione.
Può essere soprattutto l’occasione per rendersi conto che la Metafisica “…è più
una pratica che una teoria, più un’esperienza vissuta che un discorso”, per
citare le parole di Aldo La Fata nella prefazione. In effetti, a ben vedere, si
tratta veramente di un percorso in cui l’intelletto e l’intuito di ciascuno
possono, attraverso strade differenti e individuali, condurre “al di là
dell’intelligenza”, un al-di-là raggiunto il quale la stessa Metafisica –
ancella e non padrona delle verità ultraterrene – si deve ritrarre. Se poi questo cammino avviene alla luce e
alla volta della Rivelazione cristiana, sarà sorprendente scoprire quanto
questa sia paradigma universale, in grado di abbracciare e implementare senza
sincretismi ogni forma di sapienza da Oriente a Occidente. Aspetto, questo, su
cui già autori come lo stesso Silvano Panunzio e Raimon Panikkar avevano visto
lontano. Lo dimostra il vertice assoluto del testo di Bérard, capitolo finale,
“La Guarigione in due tempi in ogni religione”, leggendo il quale il
ricercatore contemporaneo non può che provare un brivido: qui, nel simbolo
senza tempo cristiano e universale della Croce, con il linguaggio nitido di un
trattato scientifico e la dolcezza di una meditazione, si delineano le
coordinate per un’autentica evoluzione intellettuale e spirituale dell’Uomo di
buona volontà, a qualunque religione egli appartenga. Cultura non è solamente produrre, ma anche
saper accogliere sapienza: con questa coraggiosa pubblicazione, il sempre
attivo curatore Aldo La Fata dimostra ancora una volta come un respiro
culturale europeo nasca anche – e soprattutto – da questi piccoli, folgoranti
incontri internazionali, consolidati da radici e tradizioni comuni.
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