Il tema
dell’avanzata inarrestabile della tecnica appassiona molti. Tra loro, filosofi
di grande cultura, come Umberto Galimberti, con il suo denso Psiche e Techne. Da ultimo è sceso in
campo il grande vecchio della filosofia italiana, Emanuele Severino. All’alba
dei suoi 88 anni, il pensatore bresciano ha pubblicato Il tramonto della politica, dal pretenzioso sottotitolo (ma al
grande esperto di Parmenide si può concedere) Considerazioni sul futuro del mondo.
Nessun
dubbio sull’importanza decisiva di tematizzare il rapporto tra tecnica e
politica; ciò che colpisce è la tesi centrale di Severino, ovvero che “la
politica tramonta perché, quando non si rassegna alla propria dipendenza dal
capitalismo, si illude di poter guidare il capitalismo, ossia ciò che è
destinato al tramonto.”
Nel libro,
l’autore riprende e sviluppa temi a lui cari come il rapporto tra politica,
tecnica e filosofia e propone una chiave di lettura della volontà di abbandono
della verità tipica del tempo presente. In questo processo di relativizzazione
generale il capitalismo, per trionfare sui propri nemici, dopo aver emarginato
la politica, deve sfruttare a fondo le potenzialità della tecnica, divenuta
sempre più forte, una serva che si sta trasformando in padrona, svuotando il
capitalismo stesso del suo scopo e conducendolo quindi alla morte. Quello che
oggi ci pare uno scontro epocale, sostiene Severino, è soltanto l’espressione
di una battaglia di retroguardia, tra le diverse “verità” che intendono piegare
il mondo alla loro visione, tutte destinate a essere sconfitte dall’avvento
della tecnica, che potrà compiersi pienamente solo quando quest’ultima potrà
“godere del sostegno della filosofia e raggiungere il proprio scopo: realizzare
tutto quanto è possibile.”
Premesso che
la politica non si illude affatto di guidare il capitalismo, ma ne è
l’interessata servitrice anche contro la volontà popolare, due tesi sembrano
davvero sconcertanti: la prima è che sia in corso uno scontro tra pretese
veritative contrapposte. Spiace contraddire un pensatore di prim’ordine, ma non
è così. Il capitalismo, nella sua forma globalitaria e tecnoscientifica ha
spazzato via, al grido “non c’è alternativa”, ogni visione del mondo ad esso
non riducibile. E’ oggi l’unico giocatore in campo in una partita evidentemente
truccata. Lo stesso Severino ebbe modo, nel corso di oltre mezzo secolo di
speculazione filosofica, di criticare aspramente capitalismo e comunismo (anche
il fascismo, peraltro) considerati entrambi fonti dell’heideggeriana “vita
inautentica”, espressioni del dominio della tecnica. Gli fa velo, nella
circostanza, un retro pensiero nichilista riassunto in una sua frase assai
citata, dalla Follia dell’angelo: “si tratta di capire che la costruzione e la
distruzione hanno la stessa anima”.
Questo è un
punto di divergenza insanabile, e bene fece il solido tomista Cornelio Fabro a
decretare l’inconciliabilità con il cristianesimo delle idee dell’allora
giovane docente dell’Università Cattolica. La seconda tesi cui occorre
ribellarsi è che la tecnica sia il vettore attraverso il quale il capitalismo
verrà svuotato e sconfitto. Idea intellettualistica e, come dire, teoretica,
danzante sulle nuvole, figlia di un approccio che non tiene conto dei rapporti
di forza, ovvero di quella che Machiavelli definì la realtà effettuale. Il
capitalismo è il meccanismo dell’ideologia liberale destinato a determinare e
dominare i rapporti di produzione e, attraverso quelli, l’intera vita del
mondo. E’ dunque struttura, in senso marxiano, mentre la tecnica è, ancora,
sovrastruttura, strumento della dominazione degli uomini da parte del Signore.
Altra cosa,
ma Severino tace sul punto, è il transumanesimo, ossia l’ideologia prima
nascosta ed oggi emergente, distillata nei pensatoi delle oligarchie economiche
e finanziarie, la corrente metaculturale che sostiene un accelerato sviluppo
scientifico e tecnologico volto alla trasformazione della specie umana
attraverso le nuove scienze, informatica, genetica, cibernetica, neuroscienze.
Tutte insieme, sono oggi chiamate tecnoscienze, poiché riuniscono in sé la
scienza, che è sapienza, la tecnica e la tecnologia, ossia l’uso e la pratica
applicazione delle conoscenze e delle abilità acquisite.
Le
tecnoscienze paiono a noi la concretizzazione del Golem, figura mitica e
concetto ricorrente della tradizione ebraica, l’essere di argilla a cui viene
data la vita attraverso riti esoterici da parte dei più sapienti rabbini. Il
significato letterale è embrione, massa grezza. Secondo tradizione il golem è
un potente essere antropomorfo di materia inerte. Come un robot, il golem
esegue gli ordini del suo creatore, ma è privo di pensiero e di emozione, in
quanto non possiede anima. Per dargli vita, sulla fronte gli viene scritta la
parola emet, verità; per distruggerlo, viene cancellata la prima
lettera, ma met significa morte.
Il Signore
oggi intronizzato è il tecnocapitalismo, ovvero il capitalismo che controlla e
domina, possiede la tecnologia e ne decide gli esiti, una forza inesorabile che
avanza e distrugge ciò che trova sul proprio cammino, in nome di un epocale
cambio di paradigma esistenziale ed antropologico. Golem, non a caso, in ebraico
moderno significa anche robot. La tecnica è l’alleata più potente del
capitalismo, non certo la sua nemica, ed un cambiamento potrà avvenire – lo
scenario è il più sconvolgente – solo allorché la tecnica, soprattutto
attraverso la cibernetica, potrà replicare se stessa, decidere da sé obiettivi,
addirittura darsi dei fini senza o contro il controllo umano. La strada, da un
punto di vista pratico, è aperta, ma modi e tempi sono ancora del tutto
sconosciuti.
Qui si
inserisce la terza obiezione al pensiero di Severino, allorché egli sembra
sperare in un’alleanza tra tecnica e filosofia. Se, come egli afferma, tutte le
verità sono sconfitte dalla tecnica, unico scopo possibile è realizzare
“tecnicamente” tutto quanto è fattibile, con il sostegno della filosofia. E’
possibile che chi scrive abbia frainteso o preso un grossolano abbaglio
(interpretare il pensiero dei pensatori è sempre arduo…), ma ci sembra che
Severino, gran conoscitore della filosofia greca, proponga nientemeno che la
definitiva fuoruscita dalla tradizione del pensiero occidentale.
I greci
fondarono la civiltà di cui siamo figli degeneri sul concetto di limite, sulla
prudenza (phrònesis) e sul principio di non contraddizione. A Platone ed
Aristotele siamo debitori quasi di tutto, in particolare dell’idea di bene e di
male. Una filosofia che si alleasse con la tecnica commetterebbe due tragici
errori: da un lato, la tecnica è “pensiero che non pensa”, non ha altro scopo
che funzionare, come ha ben capito Galimberti. La sua dimensione è del tutto estranea
al giudizio, ai fini, alla direzione, che è il senso del pensiero speculativo.
Non ha bisogno della “mosca cocchiera”, avanza da sola. Filosofo, “amico
della sapienza” è colui che ragiona su ciò che vede e fornisce un giudizio.
Tecnico è colui che prende atto dei progressi della scienza, e utilizza le
leggi fisiche da essa scoperte per usi pratici (tecnologia).
In questo
senso, la filosofia altro non diverrebbe che la copertura “colta” per
realizzare la legge di Gabor. Dennis Gabor, eminente fisico ungherese, teorizzò
che tutto ciò che si può realizzare “tecnicamente”, si farà, e tutte le
possibili combinazioni saranno tentate. La scienza, purtroppo, ha titolo per
ragionare in tal senso, figlia e nipote di Prometeo e di Adamo che si ribella a
Dio, cioè al limite da lui posto, ma la filosofia è la coscienza critica,
l’occhio vigile e morale dell’uomo che, uscito dalla caverna di Platone, vede
la luce ma teme l’accecamento.
L’altro
errore, ben gradito al dominio capitalista, corollario dell’altro, è quello di
accettare un ruolo subalterno. Il Signore paga la ricerca, oggi soprattutto
nell’ambito dell’elettronica, della genetica, delle biotecnologie e delle
nanotecnologie, prescrive l’invenzione continua di nuove applicazioni. La
filosofia, rassegnata a non partecipare al grande gioco, si limiterebbe ad
applaudire e fornire la copertura teorica all’avanzata amorale della Tecnica. Doctores
tiene la Iglesia, dottori ha la Chiesa, afferma un detto castigliano, a
significare che un impianto di giustificazioni a posteriori è sempre pronto,
anche e soprattutto per le nefandezze.
Ad una retta
filosofia, liberata anche dal sogno husserliano di diventare scienza, va al
contrario il compito di essere, a suo modo, “katechon”, ciò che frena,
impedisce, sottopone a giudizio che può essere negativo, e lascia quindi la
Tecnica – cioè i suoi padroni- soli con le loro immense responsabilità. Un
eventuale sopravvento della tecnica sul capitalismo, peraltro, sarebbe un
evento ancora peggiore del male. Ha invece ragione Severino a constatare
l’inevitabilità del passaggio, in larga parte compiuto, dalla gestione politica
a quella tecnoscientifica dei processi politici.
Egli ne
sembra tuttavia soddisfatto, segnalando l’incontro della volontà tecnica e di
quella filosofica. Sembra, in verità, la giustapposizione antiumana di due
volontà di potenza che si fondono, ed a scomparire è la ragione filosofica, che
si libera dello sguardo morale. Anzi, sottolinea che questa sarebbe “la
coerenza estrema dell’Occidente”, che realizza una sorta di pax technica
in un superstato tecnico, che, peraltro, avrebbe comunque un governo (o governance)
e dei dominatori. Vecchia regola è che chi paga i suonatori decide la musica,
per cui nessun potere è tecnico, ma è sempre politico, nel senso che determina
rapporti di forza nella vita concreta della polis e degli uomini che la
compongono. Insomma, da Severino ci arriva una sorta di assenso ad un
destino, quello del dominio tecnoscientifico, che non è affatto pax, se non nel
senso della fine del pensiero e del giudizio critico, un deserto dell’Unico che
Diego Fusaro chiama “eterofobia dei globalitari”, cioè dei Signori del denaro.
Sono i loro i padroni, banditori, ispiratori, mandanti e finanziatori delle
tecnoscienze, cui sono interessati per un unico motivo, la capacità di dominio
sull’uomo e sul mondo, oltre ogni limite, che è lo scopo, o meglio, la
hybris, la tracotanza orgogliosa, la selvaggia volontà di potenza di cui il
capitalismo assoluto unico e finale è portatore.
La
riflessione deve quindi esplorare un campo spesso trascurato dai filosofi,
ovvero il grande inganno del potere globalitario che riduce tutto a tecnica, a
procedura, a pilota automatico, avendo proclamato la propria eternità sistemica
e negato la possibilità di alternative. Un totalitarismo singolare, le cui
sbarre non sono meno ferree per il fatto di risultare poco visibili. La ragione
tecnica, o la riduzione di tutto a tecnica, è, a nostro avviso, il grande
espediente di potere responsabile del tramonto della politica, e la dubbia pax
technica di cui parla Severino deve essere smascherata come strumento
essenziale della dittatura del tecnocapitalismo. Capitalismo basato sul
possesso e l’orientamento della tecnica: i nomi, infine, significano qualcosa.
E’ utile
partire dalle definizioni universalmente accettate: la tecnica è l’insieme
delle regole pratiche da applicare nell’esercizio di un’attività intellettuale
o manuale; il procedimento specifico seguito nell’esecuzione di un lavoro o di
un’opera; l’utilizzazione della scienza a fini di immediata utilità; ogni
applicazione pratica di una scienza, poiché l’attività umana tende a creare
congegni, inventare macchine per sottomettere le forze naturali all’uomo e
soddisfare le sue esigenze pratiche. Da tutto quanto esposto, si inferisce
che la tecnica è un mezzo. Poiché i mezzi servono a scopi, il rapporto
invertito tra i meccanismi e gli obiettivi è una finzione, una menzogna ad uso
di chi, appunto, domina e determina i fini. L’abbiamo definito il Signore, ed è
la cupola finanziaria ed industriale che ha privatizzato scienza e ricerca in
vista delle pratiche applicazioni di loro interesse.
L’astuzia
del Signore che, rammentiamolo, possiede tutto, è quella di aver costruito un
vero e proprio “nomos della tecnica”, ossia un senso comune accettato,
una falsa, ma creduta legge di natura che situa i mezzi, le modalità, le
tecniche, al di sopra di ogni altro principio, destituendo, o meglio celando i
fini. La parola greca nomos designa la prima misurazione, da cui derivano
tutti gli altri criteri di misura; ha poi assunto il significato di norma a
fondamento, che “intesa nel suo significato originario è quella che meglio si
presta a rendere l’idea del processo fondamentale di unificazione di
ordinamento, localizzazione”. (Carl Schmitt).
La tecnica è
impersonale, ma niente affatto neutrale. Non è un principio da mettere ai voti,
né può essere oggetto di dissenso: non si può dissentire dalla sfericità della
terra o dall’equazione d’onda di Maxwell. Il trucco magico è far coincidere il
sapere tecnico con il pensare tecnico, che è una contraddizione in termini.
Pensiamo all’informatica: ci è stato insegnato che per conseguire un certo
risultato, poniamo entrare in un programma di calcolo si fa così, si segue un
determinato percorso scandito da quei gesti e solo da quelli, poiché, in caso
contrario, non funziona, ci respinge. E’ la concretizzazione del “si” di
Heidegger: si fa, si dice, si deve. Ma, spiega il pensatore di Messkirch,
questa è la notte del mondo, e ciò che massimamente si deve pensare è che non
si pensa. Al Signore va bene così: la tecnica è un cruscotto fabbricato per suo
conto, pieno di comandi e di un quadro di strumenti. Strumenti, appunto, da
azionare in determinate circostanze per scopi precisi, predeterminati dal
libretto di istruzioni.
Ai vari
livelli corrispondono differenti profili di accesso: la grande maggioranza può
solo pigiare i pulsanti della tastiera, che si offrirà generosamente di
suggerire in anticipo le parole da digitare. Qualcuno potrà azionare comandi
più sofisticati, solo pochissimi dovranno conoscere quello che c’è dentro, il
funzionamento del manufatto, soprattutto sapere perché esiste. Alla
tecnica manca qualsiasi eticità (la sittlichkeit di Hegel) ed è del
tutto estranea a qualsiasi orizzonte di trascendenza, o semplicemente di
alterità. Essa “è”, sta, incombe, e ogni domanda o obiezione non è solo
sconsigliata, ma risulta superflua e indegna di risposta. Ne poniamo una: chi
ha scritto il libretto delle istruzioni?
Soprattutto,
chi lo ha commissionato, perché, qual è la ratio sottostante? Il
beniamino della tecnica non è solo l’uomo senza qualità alla Musil, ma il Peter
Pan che rifiuta di diventare adulto, un giocherellone a vita, connesso, sempre
sorpreso dalle novità della moda, affascinato come a cinque anni di età dalla
nuova macchinina. La tecnica prevede miliardi di operatori intercambiabili,
capaci di digitare pulsanti e padroneggiare una tastiera, migranti del virtuale
in cerca di accesso ai database, una plebe afflitta dal desiderio compulsivo,
che si accontenta delle FAQ (Frequently Asked Questions, le domande più
frequenti a cui sono predisposte in rete risposte omnibus). Un’umanità
che confonde la mappa con il territorio e che non squarcia mai il velo di Maya.
Ciò che conta è che la tecnica esista, ci sia, e poiché c’è, è buona e giusta,
reale e razionale, scimmia di Hegel.
L’impersonalità
della tecnica è passiva, il contrario esatto di quella impersonalità attiva
prescritta da Evola che è la fortezza morale del ribelle e dell’uomo
differenziato, colui che non agisce in vista di scopi pratici e non persegue il
successo pubblico. Tocqueville intuì il “potere immenso e tutelare” di un mondo
ridotto a procedure, meccanismi e false libertà, impegnato a mantenere i
sudditi nello stadio dell’immaturità permanente, affinché restino nella
dimensione del gioco infantile (puer ludens, non homo ludens!) e
“non pensino che a divertirsi”. Attraverso la tecnica, il Signore
tecnocapitalista ha portato a compimento il suo capolavoro, realizzando l’uomo
senza dissenso, senza interiorità, senza profondità, senza Dio, senza padri e
senza valori che non siano descrivibili in algoritmi, compressi in software
tutti uguali, con etichetta del prezzo in denaro, gradita la carta di credito.
Antonio
Gramsci, un pensatore che i padroni del mondo hanno studiato assai bene, parlò
della riduzione degli uomini a gorilla ammaestrati (Quaderni dal carcere VII),
che hanno accettato ed introiettato le regole tecniche come uniche e
vincolanti, anzi come sola libertà possibile. L’esito ovvio è “libertà è
schiavitù”, nella neolingua di Orwell. Per questo, rimaniamo stupefatti dallo
sguardo benevolo di Severino nei confronti della tecnica, sino all’offerta
implicita di un’alleanza in cui la filosofia dovrebbe fornire l’impianto
teorico di sostegno. La tecnica, cioè il Signore, non ne ha affatto bisogno, e
comunque è solo un’illusione da logomachia accademica pensare di battere il
capitalismo per sussunzione da parte di Techne. E’ vero il contrario, tanto che
possiamo affermare che la Tecnica è il sistema operativo del Capitalismo
globalitario. Oggi e sicuramente domani. Dopodomani, chissà, la macchina
potrebbe essere provvista, dall’uomo che l’ha creata, degli strumenti per fare
da sola.
Ma sarebbe
un giorno ancora peggiore di quelli che stiamo vivendo, con buona pace dei
filosofi che prendono abbagli nel corso dei loro estenuanti giochi linguistici.
Il nomos della tecnica, annunciato dal tramonto della politica, non ha bisogno
di improbabili previsori: la nottola di Minerva, lo ha insegnato Hegel, inizia
il suo volo sul far della sera. La filosofia, come ogni conoscenza umana,
comprende una condizione storico esistenziale solo dopo che si è prodotta. Non
ha facoltà predittive o precognitive. Può solo immaginare: umano, troppo umano,
transumano: la fine, probabilmente meritata, della nostra specie.
Autore: Roberto
Pecchioli
Fonte: Ereticamente
Fonte: Ereticamente
Pochi hanno idea di cosa si stia preparando a livello di ultra tecnologia,cibernetica, informatizzazione della vita e controllo globale degli esseri umani. Severino, con tutto il rispetto, è uno di quelli che non hanno ancora il quadro della situazione che peraltro è in vorticoso divenire. Ma si procede secondo una direzione precisa, trascinando l'umanità nel sub umano.
RispondiEliminaL'articolo è ottimo e l'allarme lanciato sarà totalmente inascoltato, essendo tra l'altro impossibile fermare un treno lanciato in una folle corsa verso un muro sempre più vicino. E' l'immagine di Evola che vede la terra risplendere di sinistri bagliori simili a quelli di un corpo che cade accellerando. Intanto l'umanità è distratta ad arte dai c..i delle ballerine e dalle primarie del pd.
Sono purtroppo d'accordo con Arvo, soprattutto per quel che si va preparando per modificare radicalmente la nostra vita. E a questo ci preparano attraverso una sottile opera di indottrinamenTo condotta in modi differenti. Se ad esempio ai leggono come un unico macrotesto le varie tracce assegnate all'esame di Stato ci si accorge facilmente che sono unite da un filo conduttore preciso: la svalutazione dell'uomo, elemento di disturbo della natura, la sua sostanziale insignificanza e il necessario dominio della tecnica che pone i robot quasi su un piano si affinita con l'uomo. Sembra appunto una guerra contro l'uomo. Ma sono all'opera anche le forze della Grazia.
RispondiEliminaCarissimi signori,spero non siate favorevoli alla vita biologica prolungata artificialmente con le macchine. Anche qui l'orientamento odierno dei cattolici,tipo Adinolfi, non lo capisco proprio.
RispondiEliminaLa mia opinione? Lo Stato o la Chiesa non possono decidere per me. E questo è tutto.
RispondiEliminaleggendo un libro famoso Da animali a dèi. il testo finisce con la scienza che toglierà in futuro la morte malattie i cervelli dell'uomo collegati ai computer facendolo diventare un superuomo ma la cosa più interessante e che inizia con la demolizione delle Fantasie dell'uomo Religioni nazioni soldi capitalismo e con la FAVOLA DEI DIRITTI DELL UOMO e del valore sacro di ogni persona , l'unica cosa da salvare è la piccola comunità la meditazione l'elogio dei raccoglitori cacciatori , Caro Aldous e lettori c'è molto da riflettere senza esser filosofi quasi illuminante il nesso tra comunità piccole ritorno alla terra condanna del capitalismo e dei diritti umani e una scienza messianica credo per pochi fortunati ricchi .
RispondiEliminaIl desiderio di un prolungamento indefinito della vita in senso biologico non appartiene alla sensibilità cristiana
RispondiEliminaÈ invece il prodotto di una cultura laica che da Bacone in poi insegue l'illusione del benessere terreno conseguito mediante la scienza e la tecnica. Ne sono derivati i mezzi non di cura ma di sopravvivenza fisica che diventano per molti un'angosciosa prigione. Ma questi mezzi li abbiamo creati e rimane il problema della responsabilità morale del loro uso. Lo sfruttamento politico di queste problematiche, poi,è tutt'altro discorso.
Non nascondo un lieve intento provocatore. Da tanto tempo sono infastidito dall'atteggiamento di quelli che portavano i panini alla povera Englaro spacciandosi per cattolici e per difensori della vita. E alimentando la contrapposizione con gli ateo radicali. Due categorie da ascriversi alla mentalità moderna plasmata dalla tv. Miopi e superficiali gli uni e insulsi gli altri.....quelli con la cerimonia laica pronta per le esequie. Le proprie, intendo.
RispondiEliminaIntanto aspetto qualcuno che torni a parlare della vita vera in senso tradizionale e in un senso autenticamente cristiano. Altrimenti se ci limitiamo alla semplice vita biologica (intesa alla moderna, vale a dire "alla carlona")allora è Dio per primo che non la rispetta e non la difende coi denti così come pretende di fare Adinolfi.
Evidentemente questa gente non è mai stata in un ospedale dove i bambini muoiono come mosche, anche di malattie terribili ed estremamente dolorose; a ciclo continuo! Invece i cattolici moderni e modernisti, cioè la quasi totalità, come vedono una macchina si sentono come Marinetti e pretendono di attaccarvisi in una tragica illusione futurista. E "difendono la vita" come fece la selezione naturale ipotizzata da Darwin.
Il "loro regno" è evidentemente di questo mondo....non esistendo altro.
i Cattolici indifferenti alla vita biologia con la scusa della Vera vita spirituale o peggio con la speranza che solo in una paradiso dopo la morte saremo veramente felici e qui stiamo solo di passaggio nella valle di lacrime sono nichilisti e non conoscono l'arte Cattolica che è sempre Et Et questa vita biologica con quella Vita , sull'indifferenza di Dio è tema Pagano non Cattolico in verità a volte l'ho pensato ma anche se fosse vero l'uomo è chiamato alla cura . p.s. il mio post precedente era di denuncia di questo messianismo scentista che ha bisogno per esser libero di cancellare Religioni nazioni e forse anche diritti umani.
EliminaNon si tratta affatto di essere indifferenti alla vita biologica ma di stabilire una gerarchia di valori in linea con il "chi vorrà avere salva la propria vita la perderà". Inoltre gli effetti "occulti" del servaggio alla macchina, per quanto invisibili, sono nefasti e si "riversano" nella nostra realtà,nonostante è per noi impossibile seguirne il decorso. I moderni, che si dicano cattolici o meno,vogliono di massima continuare a vivere per poter continuare a fare quello che fanno. Per es Adinolfi per continuare le sue comparsate in tv. Di un pagano tradizionalista ho il massimo rispetto; invece del pagano culto della vita biologica (vita che sia come sia purché si prolunghi anche solo di 10 minuti)non so che farmene.
Eliminala gerarchia di valori se imposta con la legge e la forza e non liberamente accettata produce effetti nefasti parliamo di sofferenze indicibili e il valore sacro di ogni vita umana se no tanto vale seguire le tradizioni orientali tanto amate dalla nostra borghesia dove però Madre teresa prendeva ogni giorno questi uomini abbandonati nell'immondizia , sul servaggio alla macchina sono discorsi dualisti finto Tradizionali alla Guenon spirito contro macchine modernità eccc le ricordo che Padre Pio fece costruire un ospedale moderno con macchine anche lui modernista?
EliminaImposte con la legge e la forza? Ma dove lo ha letto. Continua ad attribuirmi cose che non ho scritto. Idem in precedenza quando ha capito che dobbiamo essere indifferenti rispetto alla vita biologica. Ho l' impressione che a lei interessi più lo scontro fine a se stesso.Chiunque può essere contestato,ma abbia l'accortezza di attenersi a quello che legge.
Eliminanon ho detto che lei è ha scritto di imporre con la forza valori, comunque se capisce che lo spirito vive nella carne e che la gerarchia è valida sempre ma un conto dare la vita per la fede o per atto eroico altra cosa la cultura di morte e indifferenza al dolore e la difesa alla vita senza accanimento è un dovere cristiano l'ospedale viene diffuso nel medioevo dai monaci ,lei è dualista non riesce a vedere nella modernità i semi, pochi, del regno e nel passato della Tradizione i semi della decadenza. mi fermo qui non ho la testa per discussioni che partono male , aspetto al massimo un post di chiusura del padrone di casa.
EliminaTutto vero, anzi verissimo. Bisogna tornare a rileggere "Menesi medica" (1976) di Ivan Illich. C'è già tutto: medicalizzazione della vita e della morte. Vedi anche la questione attuale dei vaccini...
RispondiEliminaCaro Arvo la provocazione non è per niente piccola. Riprendere a parlare di una vita autenticamente cristiana nel contesto di un discorso sul dolore: un Mistero nel Mistero . Non mi riferisco all’esperienza specialissima dei mistici. La sofferenza è parte del mistero della vita di tutti, perciò va, non dico accettata, perché l’espressione evoca l’idea di un’ opprimente passività, ma piuttosto integrata nell’esperienza terrena e testimoniata. Ma questo non è possibile realizzarlo con la semplice volontà umana: si rischia di non andare oltre lo stoicismo, che, per quanto nobile, non può produrre effetti spirituali. E’ necessario invece riscoprire la relazione vitale e assidua con Chi l’esperienza della vita terrena, nella sua integralità, l’ha vissuta, santificata e trasfigurata. Esperienza integrale, comprensiva quindi anche delle esigenze della vita biologica. Concordo con quel che dice Il sig. Costa. Quel che intendevo dire nel post precedente è che l’ossessione di un benessere fisico come obiettivo primo, senza orizzonte trascendente, è tipico della civiltà moderna, non della cultura cristiana.
RispondiEliminaAdesso è anche tipico della moderna cultura cristiana o pseudo tale. Non si può fare finta che non sia cambiato nulla. Altrimenti si rischia la mistica zione.Non le risulta?
RispondiEliminaMistificazione. Principe della quale è un tizio collocato molto in alto.
RispondiEliminaNon ricordo specifici interventi del Pontefice su eutanasia e fine vita che abbiano alterato l'insegnamento di sempre della Chiesa. Anche tirare in ballo il Papa facendogli dire di tutto è mistificazione. Quanto alla cultura cattolica c'è sicuramente grande confusione, ma non è una novità assoluta. Credo che il Papa stia face no emergere le numerose anime finora malamente sommerse della Chiesa. Se ciò sia un bene, se saprà trarne le dovute conseguenze non so, si vedrà.
RispondiEliminaLei ritiene, inoltre, controproducenti le attività di certi movimenti prolife perché alimenterebbero la contrapposizione con gli atei radicali. Qui non bisogna confondere piani differenti. Quando si combatte bisogna essere in due: è inevitabile che si creino schieramenti contrapposti. È anche vero che il mondo ateo e radicale, oltre alle perversioni intellettuali e morali, esprime il bisogno diffuso, che va oltre i confini di quel mondo, di risposte sui temi del dolore, della diversità, ecc. Credo che l'atteggiamento del Papa riveli un'attenzione mal compresa propri a certi bisogni e miri a evitare quelle contrapposizioni che lei stesso depreca. Uno dei compiti del Pontefice è anche questo : parlare a tutta l'umanità. Coloro che vorrebbero il Papa come una specie di loro leader dimenticano o vogliono ignorare che il Papa li ha spronati ad operare senza attendere imput ecclesiastici.
RispondiEliminaInsegnamento di sempre della Chiesa? Quando le macchine non c'erano non esisteva questo problema e la posizione attuale è stata costruita attorno a circostanza del tutto moderne.
RispondiEliminaSulle malefatte di questo finto pontefice mi pare abbiamo detto abbastanza. Le ricordo solo la benedizione del superbowl americano, di internet,della Bonino, dei capi di google e dell' immigrazionismo selvaggio. Quanto alle contrapposizioni le concedo il fatto di essermi espresso male. Non è che i movimenti pro "machine life" siano negativi perché alimentano lo scontro con i laico/atei. Gli uni e gli altri c'entrano poco con Cristo...quello vero, intendo. E sono a mio avviso entrambi espressione della stessa mentalità.Che, come sa, considero anti tradizionale. Poi il papa parla alla tv, ostenta ed ostenta. Nient'altro. E gira con "la prova del fallimento di Dio" in tasca.Almeno così ha detto lui stesso, con proprie parole. In altri tempi sarebbe stato prontamente estromesso per questa bestemmia pubblica. Tacere vuol dire essere complici.
i Cattolici indifferenti alla vita biologia con la scusa della Vera vita spirituale o peggio con la speranza che solo in una paradiso dopo la morte saremo veramente felici e qui stiamo solo di passaggio nella valle di lacrime sono nichilisti
RispondiEliminaLa vita spirituale sarebbe una scusa, questo mondo non è una valle di lacrime: eppure lo dice la Madonna stessa!
A mio modo di vedere, la "difesa della vita" --"il diritto alla vita", inesistente perché essa, secondo il cattolicesimo è un dono di Dio-- cela malamente il terrore della morte.
la vita eterna sta qui nella nostra carne in questo mondo e lo dice Cristo quelli che pensano alla vera vita sia dopo la morte sono nichilisti anche se cattolici e dottori della chiesa altra cosa il tema della vita oltre la morte da non intendere come i bambini con l'idea patetica di un ego ,che deve morire già adesso,eterno che conversa con gli ego eterni dei suoi parenti morti felici in paradiso , la vita anche se dono va difesa senza fanatismi è la vocazione cristiana basta leggere la bibbia Dio opera anche attraverso di noi oppure si ritorna al Fato pagano dove tutto è se.mpre perfetto e nessuno responsabile e nulla da cambiare
EliminaHo detto in altra circostanza che non sono un supporter del Papa. Ci sono cose che mi lasciano perplesso, altre che apprezzo. Soprattutto cerco di capire. Non starò perciò ad esaminare punto per punto il suo elenco di "malefatte ". Fa però sorridere il suo sdegno per la "benedizione " di internet: con quale mezzo stiamo comunicando? Io apprezzo la sua capacità di indignarsi, ma accusare i suoi interlocutori di mistificazione e di complicità è per lo meno azzardato . Nel suo elenco delle malefatte manca ad esempio la denuncia del commercio internazionale delle armi. Devo dedurne una sua intenzione di mistificazione e una sua oggettiva complicità con i trafficanti? Quanto alla dottrina, la Chiesa può elaborarla nel tempo, ma i suoi fondamenti sono perenni. A quelli mi riferivo.
RispondiEliminaTacere da parte mia vuol dire essere complice. Se così preferisce visto che il senso era questo. (In altre parole :"mi sentirei complice se...". Spero di essermi spiegato.) Altra incomprensione :per mistificazione intendevo quella per la quale questioni proposte e dettate dai tempi moderni le si ritiene fissate da sempre sin dalle origini.E soprattutto quella per cui la Chiesa di ora è sempre stata così. Fingere che non ci siano stati cambiamenti anche radicali è mistificazione. Ecco allora che anche qui non è chiamato Lei stesso in causa. Come vede non c'è stata alcuna accusa nei suoi confronti; casomai solo un invito a non lasciarsi trascinare nella mistificazione moderna solo per sentimentalismi.
EliminaInfine proprio oggi il papa ha parlato per voce di Scalfari.Ogni tanto si incontrano privatamente e si abbracciano. Spero che la cosa risulti almeno problematica per ognuno di noi.
@Aldous non si preoccupi per una indubitabile inflazione di interventi da parte mia. Essendo questo l'ultimo sul suo sito, ringrazio tutti e Lei in particolare per la pazienza con la quale ha sopportato ogni discussione anche quando la contrapposizione è parsa insanabile.
Buon proseguimento e buona vita a tutti. Pur nella pesante perplessità,confido in tempi migliori.
Cosa vuol dire "la vita eterna sta qui nella nostra carne in questo mondo"? Messa così vuol significare tutto e niente. Un exoterismo mal interpretato, senza comprendere i limiti entro i quali certe espressioni si rendono legittime e anche necessarie,non ha alcun significato. Eravamo partiti da quasi-cadaveri mantenuti in vita da macchine e da gente che va in tv o scrive sui giornali inserendosi nella "corrente collettiva" sparando idiozie tipo "caso dj Fabo= Auschwitz". Non disprezziamo la vita, ma non coltiviamo il mito della tecno-scienza che elargisce la felicità. Quanto alle esegesi bibliche bisognerebbe guardarsi da certo esclusivismo che contrappone le diverse forme exoteriche. Peggio poi se divengono quartine di Nostradamus.
RispondiEliminala vita eterna in questa carne e in questo mondo è una frase che si commenta da sola per quelli di buona formazione parlare di exoterismo oggi è ridicolo i testi esoterici si vendono nelle librerie, la vita è sacra dal concepimento alla morte ma lo possono dire i CRISTIANI che credono nel valore di ogni persona e nell'incarnazione di Dio non la gnosi che disprezza la carne e nemmeno il monismo alla Guenon o orientale che annulla quasi il mondo l'uomo 'individuale' storia nell'UNO o ZERO immobile metafisico ,è questione seria teologica e metafisica per il resto nessuno vuole l'accanimento terapeutico e ridurre tutto alla vita biologica mantenuta da macchine ma queste sono costruite dall'uomo e vengono anche queste da Dio o vogliamo essere manichei e dire che sono creazione del Diavolo?
RispondiEliminaCari amici, l’impossibilità temporanea di accedere a un PC è il motivo per il quale ho mancato di intervenire e mi limito ora a poche righe dal cellulare. Diciamo che sposo la posizione di Giuseppe Maddalena che in questa circostanza ha egregiamente preso le veci del Corriere. Qua è là riscontro delle incomprensioni, in parte dovute a posizioni differenti. Niente di male. L’importante è non metterla mai sul personale ed evitare di accapigliarsi. Ringrazio Costa e Arvo per i loro interventi che pur se contrastanti hanno comunque fornito buoni argomenti di riflessione comune.
RispondiEliminaUn abbraccio a tutti
Le macchine vengono da Dio perché sono costruite dall'uomo. Pura farneticazione a briglia sciolta. Come dire che la mafia viene da Dio, come l'assassinio e le camere a gas. Ma no, così siamo manichei. Altro che quartine di Nostradamus.
RispondiEliminaDio è origine di tutto poi la libertà creata si può declinare dall'uomo in vari modi gli stati europei attuano milioni di aborti e per Dio c'è poca differenza tra lo stato la mafia e camera a gas, le macchine sono uno strumento neutro come lo stato è l'uomo che ne dispone per fare il bene o il male ma il creatore di tutto è solo Dio l'uomo non crea nulla .
Eliminala vita è sacra dal concepimento alla morte ma lo possono dire i CRISTIANI che credono nel valore di ogni persona
RispondiEliminaFalso. La vita non è sacra. Altrimenti sarebbe intoccabile: ciò che non è. Pena di morte, legittima dfesa, uccisione del nemico in guerra, etc.
Vero. Lo stesso Schoun parlava di pena di morte come atto di carità nei confronti della società. Se la vita fosse sacra tout court quale necessità ci sarebbe della consacrazione impartita dai riti cristiani? Ognuno andrebbe in paradiso con buona pace delle religioni e tradizioni. A meno che non sia sacra ora e desacralizzata poi per l'eternità. Il che non ha senso. La verità è che distorcendo il cristianesimo delle origini si è insinuato sottilmente e progressivamente un clone umanista che ha cambiato le carte in tavola.
Eliminail termine sacro forse non è adatto ma si usa in senso figurato e rafforzativo per dare massimo valore alla vita umana e non concettuale o etimologico e non significa nulla la legittima difesa o la guerra nel cristianesimo delle origini si accettava la pena di morte ma non l'aborto e omicidio peccati gravissimi . sul cristianesimo delle origini si parla a vanvera si dovrebbe tornare anche a quelle forme di mortificazione della carne e sessofobia e anche quella alienazione di chi spera che la felicità sia solo il paradiso dopo la morte.
EliminaUna considerazione che riformulo, visto che la prima non è piaciuta ad Aldous e che prescinde dal pensiero espresso da altri.
RispondiEliminaCosa penso dei paladini della vita tipo l'ateo Ferrara o l'Adonolfi citato da Arvo? Dico che si spostano solo con le telecamere accese e che nessuno di loro ha mosso una paglia, né detto una parola di fronte alle migliaia di morti dello Yemen. Dove la sporca guerra dei sauditi ed americani ha sterminato vecchi, donne e bambini tra bombardamenti, carestia,fame e sete. Occhio non vede, cuore non duole. Per i tizi citati proporrei un'energica curetta dimagrante, affinché si sgonfi la loro ipocrita tracotanza.
Perfettamente d'accordo con Nibbio.Angelo, che unisce ironia a condivisibili proposte di rieducazione per pingui parassiti.
RispondiElimina"La vita è sacra" è uno slogan che significa, in ultima analisi: "la squallida esistenza del borghese occidentale è intoccabile, perché da essa dipende la gloria del regime usurocratico che noi chiamiamo democrazia".
Costa, nel suo rapsodico e asindetico straparlare, nega la libertà dell'uomo, coll'affermare che le macchine vengono da Dio.
Mi par di capire che la discussione così non avrà mai fine. E’ un tema controverso, me ne rendo conto e per sua natura destinato a rimanere irrisolto. Sollevo solo un’obiezione sul concetto di sacralità che non si può estendere sic et simpliciter a tutti gli uomini indistintamente. Questo da un punto di vista della Rivelazione cristiana andrebbe visto in un’ottica escatologica. A partire dalla morte e resurrezione del Signore, ciò che era prerogativa di un ambito particolare, si estende a tutto e a tutti. Da qui la forma di umanesimo planetario che ha assunto negli ultimi tempi, massime dopo il Vaticano II, la religione cattolica. E la Presenza di Dio, del Cristo e dello Spirito Santo nel mondo a renderci tutti “sacri”. E’ questa la grande novità del NT rispetto all’Antico: che tutto e tutti siamo immersi nella Santità di Dio (anche non volendolo il peggior criminale della storia). Un punto di vista che si può accettare o rifiutare, ma che non si può fare a meno di considerare se ci si attiene pienamente alla rivelazione evangelica. Quanto al “regime usurocratico che noi chiamiamo democrazia”, sembra per molti aspetti da preferirsi ai regimi militari e/o dittatoriali che, sarà bene ricordarlo, sono attualmente in maggioranza rispetto ai cosiddetti regimi democratici. Ma terrei ben distinti i due discorsi. A memoria d’uomo non ricordo un solo regime politico che abbia servito l’Uomo in tutto e per tutto e quelli attuali non mi sembrano peggiori di quelli del passato. Se Nibbio o MT oggi possono liberamente studiare o leggere i loro autori preferiti e intervenire in questo blog per sparare a zero sul Papa o sul “mondo moderno”, lo devono principalmente a questo “regime usurocratico”. Il che non significa che allora “tutto va bene madama la marchesa”! Si agisca ognuno nel suo ambito come può per cercare di cambiare le cose, ma si lascia a Dio la “soluzione finale” (che magari sarà il meteorite, ovvero la “camera a gas” come piace a Nibbio). Io non credo che offendere Bergoglio, Adinolfi o Ferrara serve a niente se non a guastarsi il fegato, ma se si trova soddisfazione nello sputare sul prossimo e serve a rendere la nostra giornata più lieve, sia pure. Ma poi non mi si venga a dire che questo è cristiano, ermetico, pitagorico o “tradizionale”. E’ solo livore, nient’altro. E quanti “odiatori” sforna il web lo sa solo Iddio!
RispondiEliminaUna buona Domenica a tutti!
Aldous, mi spiace ma non sono un tipo semplice e dico in faccia quello che penso, senza sconti di alcun genere. Quello che lei dice è tutto contestabile e zeppo di confusioni. Il fatto che tutto sia sacro non è affatto concetto introdotto dal cristianesimo. Anzi ogni civiltà tradizionale, seppur in modo diverso,ma con forme equivalenti, ha affermato ciò. Non esiste domino fuori del sacro, ma solo un punto di vista arbitrario profano. Ricorda? Allora, cosa ne consegue? Che tutto sia buono e consentito? Che il cristianesimo rientri nella ortodossia tradizionale viene infatti dimostrato dal fatto che poi non riserva salvezza a tutti,ma solo ad alcuni. Cristo in croce non perdonò ambedue i ladroni anche se erano "sacri" entrambi. La sacralità di tutto vuol dire che solo Dio è e nient'altro fuori di Lui.
RispondiEliminaUmanesimo planetario? In teoria, astrattamente. Nei fatti disumanesimo mondiale. Nessuno ha mai bombardato, ucciso, stuprato, devastato e distrutto come hanno fatto i paesi democratici,tra l'altro formalmente cristiani. L'umanesimo mondiale si è originato,a prescindere da antefatti precursori, dalla rivoluzione francese e dalla dichiarazione universale dei diritti umani. Il Cattolicesimo si è solo silenziosamente uniformato,fino a deformazione, per mantenere la propria influenza nel mondo dello spirito e della cultura. Ma lo ha fatto a prezzo di gravi distorsioni che ci hanno portato al tempo presente.
Qui non si tratta poi di sparare alcunché, ma di dire la verità. Il livore, che se fosse tale caratterizzerebbe entrambe le posizioni che qui si contrappongono,non lo si evince dalla forma ma dalla sostanza. Io lavoro su me stesso e sono alquanto neutrale dentro. Non aderisco, nei limiti delle mie capacità attuali,all'emotività che lei ed altri possono leggervi. Anzi profitto degli scontri occasionali che si realizzano nella vita per andare un po'più in là. La crescita si fa attraverso i propri limiti e non prescindendo da essi.
Quanto attiene , infine, alla falsa libertà di cui godiamo oggi, si potrebbe scrivere un'enciclopedia. Se lei non se ne accorge, allora non la posso che invitare a guardarsi meglio attorno.
Perdoni la mia brutalità che è incurante del fatto che lei hai qui, ma solo qui, il coltello dalla parte del manico.
A proposito, la democrazia non esiste e sfido chiunque a dimostrarmi il contrario.
Caro Nibbio, come vede io non Le impedisco di esprimere liberamente e senza censure il Suo pensiero. Mi creda, la cosa non mi preoccupa minimamente se è di un ragionamento che si tratta. Sono pienamente d’accordo sul fatto che il concetto di “sacro” non sia stato introdotto dal cristianesimo. La parola “sakros” nasce nel contesto della tradizione romana e poi per estensione e comparazione viene applicato anche ad altri ambiti e contesti tradizionali. Il concetto è estraneo alla tradizione biblica che, ammesso che ne abbia la nozione, lo mette sempre in relazione con Jhwh. Stesso discorso per il NT. La salvezza non è per tutti, certo, ma è offerta a tutti, nessuno escluso, anche Ferrara e Adinolfi possono accedervi. Questo per ragionare in termini cristiani. Nella mia riflessione mi sono limitato a considerare la cosa seguendo il ragionamento di MT. Circa la Sua affermazione sulla crudeltà dei cosiddetti regimi democratici, la invito seriamente a prendere in mano qualche libro di storia e vi troverà crudeltà senza nome e senza fine. Lei oggi può passeggiare tranquillamente per strada senza che nessuno le tagli la gola magari solo per prenderle le scarpe (il che non significa che un tale evento possa ripetersi anche ai nostri giorni, ma in Occidente e persino in paesi del Terzo mondo, oramai come eccezione e non come regola). Anche sull’origine dell’umanesimo mondiale e la vicenda dei diritti dell’uomo, la invito ugualmente a un ripasso delle storia. Senza la filosofia dei Greci, le nozioni di legge e diritto dei Romani, e la dottrina cristiana dell’Anima, non esisterebbe alcuna carta dei diritti dell’uomo. Con la Rivoluzione francese semmai si sono solo secolarizzati alcuni concetti. Infine, sulla “falsa libertà”, mio caro Amico, ma dove ha mai letto su questo blog o dai miei interventi che io vi creda? Siamo tutti ontologicamente e fin dalla nascita in stato di “libertà condizionata”. La libertà non esiste, è un’altra di quelle utopie messe in giro da qualche ignorantello di turno o da persone visibilmente in malafede. L’unica libertà a cui l’uomo possa aspirare è quella in Dio e temo che non sia faccenda di questa terra e di questo mondo, anche se siamo chiamati a tendervi. Anche sulla “democrazia” dove ha mai letto il mio peàna? La Democrazia è una faccenda complessa e ridurla a una questione ideologica è quanto mai ingenuo.
EliminaMi scusi. Qui c'è gente che sostiene guerre contro tutti gli inermi del mondo, fa il doppio gioco, è prezzolata, insulta dalle proprie cattedre a più non posso, va contro il buon senso, il senso di umanità e la dottrina cui si dovrebbe rifare: e noi cosa dovremmo fare?
RispondiEliminaRipeto: se siamo tutti sacri, siamo tutti intoccabili. Quindi, se a lei entrano in casa, non tiri fuori il coltello o il lanciafiamme, perché il ladro è sacro. Qui la dottrina cattolica è chiarissima (e coerente): è sacra la vita dell'innocente, ossia di chi è in stato di grazia.
Quanto al “regime usurocratico che noi chiamiamo democrazia”, sembra per molti aspetti da preferirsi ai regimi militari e/o dittatoriali che, sarà bene ricordarlo, sono attualmente in maggioranza rispetto ai cosiddetti regimi democratici.
Avrebbe dovuto dire, per completezza, che le dittature sono attualmente sostenute dai cosiddetti regimi democratici.
quelli attuali non mi sembrano peggiori di quelli del passato.
Io non capirò mai come ci si può riferire a Guénon e Evola e scrivere cose del genere. Secondo lei, quindi, Il Sacro Romano Impero era peggiore delle "democrazie occidentali". A questo punto, non saprei cosa dirle.
Per quanto concerne il livore contro quei parassiti, è più che giustificato. In tempi normali, essi sarebbero a spalare letame o al muro, di spalle. Secondo lei, questi difensori della "sacralità della vita" (occidentale e borghese) quante volte sono entrati in reparti di oncologia pediatrica per fare ciò che predicano a pagamento?
Caro MT, mi pare che il Magistero della Chiesa del secolo scorso abbia intensificato i suoi interventi a difesa della sacralità e dell'inviolabilità della vita umana in conformità al quinto comandamento del “non uccidere” e al dettato evangelico dell’«amerai il prossimo tuo come te stesso». ecc. ecc. Certo, la necessità di porre l'aggressore in condizione di non nuocere comporta talvolta la sua soppressione, ma in tale ipotesi, dice la Chiesa che “l'esito mortale va attribuito allo stesso aggressore che vi si è esposto con la sua azione”. Difendere la vita solo di chi cristianamente “è in stato di grazia” da un punto di vista “pratico” mi sembra alquanto difficile. Chi dovrebbe valutare caso per caso il suddetto “stato di grazia”?
EliminaCirca i regimi militari e/o dittatoriali sostenuti dalle Democrazie occidentali, mi pare che Lei al solito faccia di tutt’erba un fascio. Al momento non mi pare che l’Italia o la Repubblica di San Marino appoggino qualche regime dittatoriale. Quindi, non l’Occidente o le Democrazie tout court, ma in massima parte le cosiddette “superpotenze” che a partire da Yalta si sono divise il mondo e al buon Adolf che gli ha spianato la strada.
Circa il Sacro Romano Impero, francamente non saprei dire se fosse migliore o peggiore delle "democrazie occidentali". Quello immaginato dai Tradizionalisti di sicuro è migliore, ma quello reale mi pare fosse tutta un’altra cosa. Dichiarazioni del genere possono stare solo nella testa di sognatori e romantici, ma non appartengono alla realtà. Io al massimo mi spingo a provare una qualche simpatia per l’Impero Austro-Ungarico (solo perché è storicamente più vicino), ma senza dipingerlo come una realtà sospesa tra il mito e la storia.
Ammetto che il livore contro certi “parassiti” possa a volte essere giustificato, ma sarebbe meglio limitarsi a indicare le colpe senza fare i nomi e i cognomi dei colpevoli. Mai sentito dalla bocca di Gesù parole di condanna indirizzate a singole persone. Anch’io stupisco che persone che leggono Evola e Guénon che in vita loro non hanno mai inveito contro nessuno (forse Evola, ma solo quando era giovane) non facciano altrettanto. Guénon che pure non condivideva il punto di vista di Evola non solo non ha mai usato nei suoi confronti parole di condanna, ma è stato con lui sempre gentilissimo. Vorrei dire ai presunti tradizionalisti di sforzarsi di fare altrettanto, oppure di evitare di riferirsi a quegli autori come a dei maestri.
Il Signor MT aggiunge (censuro le parti inutili e ingiuriose):
EliminaLa dottrina della Chiesa non dice che bisogna difendere la vita solo di colui che è in stato di grazia, ma che solo questo ha una dignità "personale".
Le ricordo anche che il "non uccidere" nel testo originale suona "non uccidere l'innocente".
Al momento non mi pare che l’Italia o la Repubblica di San Marino appoggino qualche regime dittatoriale.
San Marino non saprei, ma l'Italia è in eccellenti rapporti con l'Arabia Saudita (lei dirà: è una monarchia. Vabbé!) e con vari staterelli africani iperdittatoriali.
Mai sentito dalla bocca di Gesù parole di condanna indirizzate a singole persone.
Qui si raggiunge i colmo, caro ALF. Non solo di condanna, ma secondo la Chiesa di condanna eterna:
"guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo è tradito! Meglio sarebbe per quell'uomo se non fosse mai nato!"E ancora:Gesù, voltandosi, disse a Pietro: «Va' dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo...»
Rispondo:
Di grazia, in quale catechismo della Chiesa cattolica Lei ha mai letto alla voce comandamenti “non uccidere l’innocente”? Persino il Catechismo di S. Pio X che Lei dovrebbe onorare recita: “non ammazzare” punto. Visto che la Scrittura si deve spiegare alla luce della Scrittura, come concilierebbe Lei il filologico “non uccidere l’innocente” (perché a questo punto non aggiungere per coerenza e rigore, che i Comandamenti sono formulazioni che precedono tanto il Giudaismo che il Cristianesimo e che Mosè, posto che sia esistito, era un plagiaro?) con “l’ama il prossimo tuo come te stesso”?
Gesù non si è mai rivolto a Caifa (si badi bene: il Sommo Sacerdote che lo fece arrestare e condannare alla crocifissione!) con le parole con cui Lei apostrofa normalmente il Papa. Le citazioni che Lei riporta mi danno ragione: "guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo è tradito!” e non “guai a Caifa, Erode, Pilato, Cesare o chi per loro ecc., ecc.”. E quando il Signore si rivolge a Pietro condanna il suo temporaneo essersi trasformato nel tentatore e non la persona che continua ad amare e che nonostante i limiti e gli umani difetti ha scelto come pietra di fondamento della sua Chiesa.
Una cosa è avere rapporti diplomatici e commerciali con certi paesi, altro è sostenerli politicamente e finanziarli direttamente. C’è una piccola ma sostanziale differenza, non crede? Chiudere i rapporti diplomatici o praticare l’embargo nei confronti di quelle dittature non sembra la via giusta, o Lei pensa che lo sia? Se fosse Lei uno statista moderno come affronterebbe la situazione?
Bene, il tono è favorevole e si può continuare. Non c'è ancora un "lei non sa chi sono io". Allora, caro Aldous le dico chi sono io. Biologo molecolare, un tempo anche ricercatore. Poi quando ho fatto ciò che P. Barnard ha fatto ora, cioè tirare fuori i dati reali sui vaccini, nascosti nelle pieghe dell'informazione ufficiale (attenzione, non nel calderone del complottismo!), tutte le porte mi si sono chiuse; stop finanziamenti, stop ricerca, stop pubblicazioni. Ora lavoro nel magazzino di una multinazionale per sbarcare il lunario. Ecco qual è la libertà democratica che c'è oggi. Ecco l'uguaglianza, ecco la pace nella giustizia.Lei dice che siamo liberi di pubblicare qui. Già, ma lo siamo perché ce lo permette lei. E lo siamo perché essendo tutti noi 4 gatti non diamo fastidio.Proviamo a parlare liberamente di Evola e Guénon in tv, sui giornali. Di Panunzio, di Mordini. Proviamo ad affacciarci sul ciglio di una platea più grande. Saremmo cacciati e presi ad insulti dagli stessi personaggi strapagati che lei preferisce non siano citati.Tutto si può dire, finché non si dà fastidio.
RispondiEliminaLa invito a mia volta a studiare la storia recente. L'Italia fu protagonista di un embargo all'Iraq, primi anni '90, che causò oltre 500 mila morti. I quali furono dichiarati "necessari" dal nostro alleato amico americano. L'Italia non fiatò. E guardi cosa fece con Gheddafi. Fu tutto tenuto nascosto ( a parte le grida strazianti di Ferrara ed Adinolfi) e rivelato poi da un generale :l'Italia partecipò attivamente a bombardamenti ripetuti per giorni, tra Ciad e Libia. A seguito delle quali furono distrutte le infrastrutture idriche che permettevano ai civili di bere in zone desertiche. Tutto passato sotto silenzio. Non parliamo poi dei massacri della legione straniera francese che agisce in Africa imponendo modi e tempi di battere moneta a diversi stati. Le democrazie occidentali aderiscono tutte all'organizzazione internazionale Nato che fomenta costantemente guerre nel mondo nell'interesse dell'impero. Le crisi in Brasile, Venezuela, Ucraina, Afghanistan, Libia, Argentina, Iraq ecc..vedono tutte protagoniste la Nato. Lei è di Roma come me se non erro.Ha provato ad uscire la sera? La democrazia/movida non glie lo permette,immagino.Ma se lei vuole provare! In alternativa ci sono Napoli, Milano, il raccordo anulare, Corleone.Alla fine del suo tour ci dirà se la sua gola è ancora a posto.
Caro Nibbio,
Eliminanon ho mai dubitato del fatto che Lei sia una persona onesta, coerente e che crede fermamente nelle Sue idee. Ciò le fa molto onore. Sul merito le do in parte ragione. Non è vero che noi non siamo ascoltati perché scomodi. E’ vero piuttosto che i nostri discorsi realmente non interessano a nessuno ( o quasi) e che non sono punto commercializzabili. Ma poi non dimentichiamoci che qualche elemento dei “nostri” in TV ci è andato e a volte anche con importanti incarichi. A braccio ricorderei Franco Cardini, Emilio Gentile, Marcello Veneziani, Gianfranco De Turris, Sebastiano Fusco, Antonio Socci, Vittorio Messori, Pietrangelo Buttafuoco, Marco Tarchi, Alessandro Campi, ecc., ecc. Ed è tutta gente che scrive abitualmente su giornali nazionali.
Ahimè conosco bene i fatti della storia recente a cui Lei si riferisce, ma bisogna cercare di vedere anche il rovescio della medaglia che Lei di certo non ignora. Ricordo un dibattito televisivo (quando la RAI proponeva ancora qualche programma decente) su modernità e Tradizione. Erano stati invitati a prendere le parti dell’una e dell’altra Gianni De Michelis (esponente di punta del PSI di Craxi) ed Elemire Zolla. Lo scontro finì alla pari. Apprendo oggi che quel tal Cognetti vincitore del Premio Strega è un estimatore del simpatico Thoreau, autore del mitico “Walden ovvero la vita nei boschi”. Dunque, il tema è sempre aperto e quanto mai attuale.
Mi capita di uscire la sera e mi rendo conto che c’è in giro della pessima gente, ma di solito rientro sano e salvo. Effettivamente non so ancora per quanto e su questo non posso che darLe ragione.
Caro Aldous non vorrei accender di nuovo il fuoco in questa pagina ma Guenon e Evola erano tolleranti tra di loro e con altri Tradizionalisti ma non oso pensare allo Stato ideale di Evola con il suo disprezzo per la PLEBE con cui ci vuole per lui solo la frusta poi sempre loro erano tolleranti sulle vie religiose perchè davano poco valore a queste , è una tolleranza scettica in nome di un Dogmatismo Metafisico quello scelto da loro. La linea di questo blog resta comunque una sintesi rara tra Rispetto della Tradizione Cristiana evitando il falso tradizionalismo e romanticismo del passato forse realismo politico capace di vedere sempre che in ogni tempo e sistema politico il grano cresce con la zizzania e infine dialogo anche interiore tra Tradizioni autentiche . le differenze tra noi rimangono una ricchezza se rimaniamo almeno su questi punti , su Nibbio forse vorrebbe una denuncia senza compromessi con la politica e modernità cosa anche nobile se non si presume di essere il perfetto cataro di turno e poi ci vorrebbe una alternativa con progetti seri migliori e attuabili che onestamente mancano e anche se sono tra i più giovani che scrivono qui onestamente credo che la nostra generazione e la vostra abbia fallito su certe cose.
RispondiEliminaSi, caro Costa, meglio non dare fuoco alle Polveri. Circa il “nostro” fallimento, Lei ha ragione. Forse avremmo potuto fare di più. Ma c’è sempre il valore della testimonianza. Forse qualche anima bella, se mi permette la patetica romanticheria, l’abbiamo messa in salvo e magari a qualche altra abbiamo risparmiato la totale rovina. Anche per quelli che si sono smarriti abbiamo una certa responsabilità, ma per questi ultimi, speriamo nella Clemenza del buon Dio.
RispondiEliminaIn omaggio alle polveri bagnate, la linea di questo blog è necessariamente contraddittoria se ci atteniamo alla dottrina su esposta. Chi vorrebbe che dialogassero Tradizioni autentiche, dimentica che esteriormente queste sono tutte in contrasto insanabile tra loro. Comunemente si dice che :"una dice una cosa e un'altra il suo contrario". A questo punto, a chi volesse seguire questa linea non resterebbe che trovare quella vera e allontanare quelle false. L'esoterismo vero non va scambiato con quello dei libri che ne riportano contraffazioni. Invece in linea con quello autentico, va appunto riconosciuta "l'unità trascendente" delle religioni e tradizioni come scrisse Schoun, senza tradire le forme particolari ed esteriori che ne decretano l'apparente inconciliabilità.
RispondiEliminaQuanto al romanticismo che andrebbe evitato è proprio quello del presente e a volte c'è chi in proposito manifesta, ad esser buoni, una grande ingenuità con contraddizioni insanabili. Tanti cattolici odierni, se potessero, strapperebbero via le pagine bibliche che vertono sui tempi ultimi, sostituendole con i manuali del cicap di Piero Angela.
Quanto a E. Zolla, lo so per certo da fonti particolari, fu osteggiato da una cricca a capo della quale c'era l'Avvocato, ormai defunto,che pubblicamente si schierava per la DC e segretamente favoriva gli intellettuali che poi, una volta morti, avrebbero goduto di "esequie laiche".Tipo Eco o Severino. Nell'elenco di personaggi che Lei Aldous cita,di massima io vedo buoni diavolacci passabili, ma niente di più. Insomma quel che raramente passava il convento in epoca di grandi digiuni.
RispondiEliminaMark mi scrive quanto segue: “Peccato che lei citi a sproposito Cristo. Glielo ho dimostrato, ma lei non voleva fare brutta figura e ha fatto l'italiano medio”. Faccio presente al mio “detrattore ufficiale” che è senz’altro possibile che io non azzecchi qualche riferimento biblico non essendo né un esegeta né un biblista (e infatti quando discuto con qualcuno su questo blog vado a braccio e non mi preoccupo troppo dell’esattezza “scientifica” di quanto vado dicendo), ma resta il fatto incontrovertibile di un sua incompetenza uguale e simmetrica, ma forse più grave perché Lei si vanta di conoscere a fondo le cose di cui parla e scrive. E’ invece a me sembra evidente la sua incapacità di incrociare i dati in sintonia non già con le interpretazioni dei “tradizionalisti cattolici” (troppo facile!), ma con il magistero universale della Chiesa. Aspetto dunque che ci spieghi in qual senso debba interpretarsi “l’ama il prossimo tuo come te stesso” e come questo supremo comandamento si accordi con il Quinto nella sua versione “filologica”. Sul fatto che io abbia fatto la figura dell’italiano medio, anche se fosse, la cosa non mi tange affatto, anzi Le dirò che mi fa alquanto sorridere. In ognuno di noi, caro Mark, ci sono molte caratteristiche dell’“italiano medio” e, temo, anche in Lei. A proposito: ma Lei direbbe mai di suo padre o di sua madre che sono “italiani medi”? Mi faccia sapere.
RispondiEliminaAl buon Nibbio: la linea di questo blog come recita la sua “testata” è quella di fornire qualche informazione attinente ai nostri interessi (rassegna stampa) e suggerimenti di lettura (proposte bibliografiche). Sponsorizziamo i libri o gli articoli che riteniamo validi o comunque interessanti e affrontiamo qualche libera discussione sul merito con chi ci segue. Tutto qui. Le comparazioni scientifiche o i confronti con le altre Tradizioni, così come i rigidi confessionalismi, li abbiamo sempre accuratamente evitati e in molti casi li abbiamo pure criticati. E’ chiaro poi che questo Blog è una mano tesa verso chi intraprende i cosiddetti “studi tradizionali” con un occhio di riguardo verso il cristianesimo. Ma il proselitismo non ci interessa. Non ne facciamo e non ne faremo mai. I cattolici odierni, caro Nibbio, sono per lo più dei “cattolici sociologici” che hanno ridotto quasi a zero la prassi liturgica e sacramentale e che di “vita spirituale” o di dottrina non sanno niente, figuriamoci occuparsi della questione dei “tempi ultimi”! Ma se ci si pensa bene, il cristianesimo è sempre stato una rivelazione per pochi, anzi per pochissimi. Quindi, sarà meglio rassegnarsi e considerarlo una specie di corpo speciale e una “religione d'elite” (altro che religione che è venuta a predominare in Occidente! In questo aveva ragione Nietzsche che considerava Cristo come l’unico cristiano della storia). Questo però non toglie che chi confida sinceramente nel Signore non venga da Lui mai abbandonato. Voglio dire che nella Chiesa c’è spazio per tutti, anche per la classica “vecchia beghina”. La Chiesa odierna è ridotta alquanto maluccio, ma ciò non toglie che in essa continui ad aleggiare lo Spirito Divino. Se così non fosse, mio caro amico, anche chi scrive avrebbe già fatto i bagagli. Se poi mi chiede come faccio a conciliare questa mia visione con la Chiesa moderna, Le dirò che non ci provo neppure. La Chiesa ha già fin troppi nemici (interni ed esterni), e dare una mano a lorsignori mi sembrerebbe davvero imperdonabile. Lo considererei “alto tradimento” e “intelligenza col nemico”. Cosa che i “tradizionalisti cattolici” si ostinano pervicacemente a non capire.
RispondiEliminaChe Zolla fosse osteggiato lo so bene. Ma lo fu soprattutto quando si avvicinò al cristianesimo. Quando riprese ad allontanarsene gli venne rispianata la strada, ma c’è da dire che lui non ne approfittò (poteva arricchirsi, ma non l’ha fatto). Il ché in certo modo gli fa onore.
Infine, circa i “diavolacci passabili”, tenga presente che quando costoro erano giovani, pensavano e scrivevano le medesime cose che pensa e scrive Lei oggi mio caro Nibbio. Sbagliavano allora e sono nel giusto oggi, o l’esatto contrario? E’ possibile che la verità in questo caso stia “nel mezzo”, ma comunque la risposta non è poi così scontata e andrebbe valutata caso per caso. Certo è che i migliori restano sempre nell’ombra e di loro magari si viene a sapere solo quando non ci sono più. Così ahinoi va il mondo!
Un caro saluto
Caro Aldous anche una Parola o salvare un anima di questi tempi ha più valore di quello che facevano i grandi uomini di fede del passato e lo dice un Padre del deserto riguardo ai tempi ultimi e a proposito di questi per il Caro Nibbio mai pensato che questo Tempo forse sia sempre presente anche nel passato? il dialogo tra Religioni non toglie la diversità anche insanabile e nemmeno si dice che siano tutte uguali basta chieder a un buddista italiano di andare a vivere in un paese buddista orientale con cavolo che ci andrebbe , quello che conta non è il lato esoterico delle Tradizioni non esistono Vie che portano a Dio l'unica Via é Dio la Vita le tradizioni non vanno idolatrate sono stumenti che portano alla Via ci fanno inciampare dentro se Dio vuole non grazie a noi ,ma ci tengo a dire che alcuni aspetti di Cristo e del Cristianesimo sono unici e irrinunciabili per noi occidentali che consideriamo il valore di Ogni uomo con il suo Nome e non solo l'UNO metafisico e sappiamo anche essere realisti come la Chiesa insegna già dei primi secoli verso la politica non solo quella di oggi o vogliamo un paese come l'Iran tibet dei Lama o Afganistan? come ha scritto già Aldous cerchiamo di evitare il fuoco amico e le ricordo che il vero Tradizionalismo Cattolico brucerebbe molti suoi libri e molte sue idee tipo Unità Trascendente delle Religioni quindi Lei si troverebbe quasi da solo o solo e come ricordano i Padri del deserto chi va da solo va con il Diavolo .
RispondiEliminaAspetto dunque che ci spieghi in qual senso debba interpretarsi “l’ama il prossimo tuo come te stesso” e come questo supremo comandamento si accordi con il Quinto nella sua versione “filologica”.
RispondiEliminaNon ne ho idea. E' lei che deve spiegarci i suoi continui equilibrismi e cerchiobottismi. Evidentemente, se la Chiesa ammette tuttora la pena di morte, una coerenza ci sarà, nonostante i panunziani cerchino di accordarsi con Severino, e magari domani con Piero Angela o il mago Otelma.
“Non ne ho idea”.
RispondiEliminaFinalmente un po’ di sincerità! La riverisco egregio MT e nonostante il caldo asfissiante cerchi di riposare. Se non ha l’aria condizionata, provi con un semplice ventilatore, oppure di tanto in tanto metta la testa nel frigorifero o si bagni il viso con un po’ d’acqua fresca. Insomma, cerchi di combattere come può il demone dell’ora meridiana.
Il dialogo tra religioni è completamente inutile e livellante. Basterebbe che vi fosse rispetto,non belligeranza ed ognuno per i fatti propri. A meno di intendersi su altri livelli, ma questo è oggi impossibile. Si sta realizzando la religione unica mondiale su basi politiche ed economiche ed il progetto è a buon punto. Ogni contatto tra le pseudo religioni attuali non fa che aggravare la situazione. Il buddhismo non esiste più, essendosi ridotto ad una caricatura.La Chiesa è infiltrata da personaggi che operano per la sua disgregazione dall'interno. Da ben prima di Marcinkus. E non ci riferiamo qui alla pedofilia o all'abate di Montecassino che andava "a uomini" coi soldi delle elemosine.
RispondiEliminaNon ha senso dire che "non esistono strade che portano a Roma, l'unica via è Roma stessa". Vaneggiamenti a piede libero.Le vie sono tante perché gli uomini sono diversi e diverse le capacità di ognuno. L'Iran conserva aspetti tradizionali e l'informazione su di esso è completamente manipolata. Citare l'Afghanistan come negatività di una organizzazione tradizionale è ancor peggio, perché tale composita nazione è oggetto di invasioni esterne e continue che hanno distrutto tutto. Se ci fosse una vera Tradizione Cattolica vivente, non ci sarebbe bisogno di Schuon ed i suoi libri andrebbero sotterrati nel deserto. Il che vuol dire lasciati dove di fatto li hanno messi. Oggi vanno di moda Mancuso e Hans Kung.
Buona estate a tutti, mi ritiro per deliberare.
Ci scrive Giuseppe Maddalena:
RispondiElimina"Sull'inutilità o sul danno dei dialoghi superficiali concordo. Che la Chiesa sia in un momento di crisi pericolosa è evidente, anche se la sua vita non si esaurisce in essa. Sulla vitalità e sulla presenza di una Tradizione Cattolica vivente ho idee radicalmente diverse. Tradizione cattolica vivente non è il Papa, non sono i preti (che ne sono solo lo strumento, efficace nella celebrazione a prescindere dai meriti personali) non sono i Santi, non sono gli ordini religiosi. Tradizione vivente è Gesù, sempre , ogni giorno, presente nell'Eucarestia e nella Parola rivelata; e lo è lo Spirito Santo sempre presente nella Chiesa, anche quando resta inascoltato".
Signore,
RispondiEliminaCondivido toto corde il pensiero di Giuseppe Maddalena, tranne che nell'ultima asserzione, nella terzultima e nell'inciso espresso tra parentesi tonde.
Tanto le dovevo. Cordialmente.
si era partiti con la Tecnica e se non riusciamo nemmeno a essere uniti Noi su questo punto ,ricordo a tutti che siamo tutti Cristiani anche se in forme diverse , dai post sembrava una discussione tra religioni diverse e temo che vincerà la Tecnica proprio perchè stiamo a discutere e litigare tra noi sulle virgole.
RispondiEliminaRingrazio fraternamente tutti, naturalmente anche chi dissente dal Corriere, per lo scambio di pensieri e idee e chiudo il dibattito. Speriamo almeno che qualcuno dei nostri abituali lettori ne abbia tratto un qualche profitto.
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