Nuove glosse, ossia commenti, di Nicolò
da Cusano al Corano sono state rinvenute dal prof. M.
José Martínez Gazquez del gruppo di ricerca “Islamolatina” dell’Università
Autonoma di Barcellona. Tale importante scoperta era stata annunciata dal
medesimo professore durante una lezione pubblica presso la Pontificia
Università Antonianum e ora un articolo a firma di Paolo Vian su L’Osservatore Romano di martedì 13 ottobre 2015 ne
illustra più precisamente il contenuto. Ecco si seguito un articolo in merito
di Sara Muzzi, del Centro italiano di Lullismo della medesima università
Antonianum in Roma.
Per più di cinque secoli, dal 633, anno di
fondazione dell’Islam, al 1143, l’Europa cristiana non si era interessata della
religione musulmana, eccezion fatta per alcuni autori della penisola Iberica:
all’Islam era stato riservato, in ambiente ecclesiastico, lo stesso trattamento
serbato alle eresie della religione cristiana fin dai primi secoli della sua
esistenza.
Pietro il Venerabile, abate di Cluny, per
primo si chiese se l’Islam fosse una semplice eresia del cristianesimo o se
fosse più vicino ad una religione pagana. Nel 1142-43, approfittando di una
visita ai monasteri cluniacensi fondati in quegli anni sulla frontiera del
fiume Ebro, vicino a Burgos, l’abate di Cluny ebbe modo di entrare in contatto
con alcuni traduttori, che fino a quel momento si erano occupati di traduzioni
scientifiche dall’arabo al latino, e in particolare conobbe Roberto da Ketton,
monaco cluniacense inglese studioso di astronomia e geometria, che si trovava
in quel territorio per reperire e tradurre l’Almagesto di Tolomeo. A Roberto da
Ketton, a Ermanno di Carinzia e ad altri traduttori, si deve la prima
traduzione latina del Corano. Trecento anni dopo, il Corano latino di Roberto
da Ketton fu al centro delle conversazioni sull’Islam e la dottrina islamica
tra Niccolò Cusano, Giovanni di Segovia ed il futuro papa Pio II. Questi temi
sono stati affrontati dal prof. M. José Martínez Gazquez dell’Università
Autonoma di Barcellona che ha tenuto, il 25 marzo 2015, una lezione
pubblica su Il Corano tra arabo e latino. Dal 1143, alle glosse, alle
traduzioni scientifiche, rispondendo all’invito della Scuola Superiore di
Studi Medievali e Francescani e del Centro Italiano di Lullismo della Pontificia
Università Antonianum di Roma.
Nonostante le dichiarazioni di oggettività
che compaiono nel prologo del primo Corano latino, appare evidente che la
traduzione di Roberto da Ketton risentiva dei pregiudizi che allora avvolgevano
la nuova religione ed il suo fondatore. Abbiamo una seconda traduzione latina
del Corano, completata nel 1210, di cui venne incaricato Marco da Toledo, ma
anch’essa rispondeva alla finalità di mettere in risalto gli aspetti sacrileghi
dei precetti del Corano. Giovanni di Segovia, nel 1456, si occupò di una terza
importante traduzione, di cui purtroppo non è giunto a noi nulla, se non il
prologo. Interessante è l’approccio
completamente diverso che il cardinale ebbe nei confronti dell’Islam: insieme
ai cardinali Niccolò Cusano e Silvio Piccolomini, il futuro papa Pio II, tentò
di cercare un confronto pacifico, fondato sul dialogo, con il mondo islamico
che non risentisse di condanne pregiudiziali. Ovviamente, per questo scopo,
risultavano inutili le precedenti traduzioni del Corano. Grazie all’aiuto di un
teologo musulmano della moschea di Segovia, tradusse il testo sacro dall’arabo
al castigliano, per poi riportarlo in latino, offrendo un Corano trilingue.
Proprio ai due cardinali che proposero insieme a Giovanni di Segovia questo
nuovo approccio alla dottrina islamica, Cusano e Piccolomini, è legata una
recentissima ed importante scoperta del prof. Martínez Gazquez alla Biblioteca
Apostolica Vaticana.
Conosciamo le opere che il Cusano dedicò
all’Islam: il De pace fidei, la lettera indirizzata a Giovanni di
Segovia e la Cribatio Alkorani. Dopo questa scoperta, ad esse potrà
essere aggiunto il corpus di glosse dell’ Alchoranus latinus
del MS Vat. Lat. 4071. Nella Biblioteca del S. Nikolaus Hospital di Kues è
conservato il MS Kues 108: un Corano latino con le glosse che il Cusano appose
di sua mano. Per la composizione del De pace fidei (1453) Cusano
utilizzò tali glosse, alcune delle quali probabilmente risalivano alla lettura
del testo compiuta con Giovanni di Segovia a Basilea. Nello scrivere la Cribatio
Alkorani (1460–1461), Cusano si servì invece delle glosse rinvenute ora
nel MS Vaticano Latino 4071 della Biblioteca Apostolica Vaticana. Il suo
soggiorno a Roma nel Palazzo Vaticano, tra il 1459 ed il 1562, le diverse
circostanze personali, pastorali e diplomatiche, la possibilità di frequentare
la nuova Biblioteca Vaticana, spinsero Cusano a rileggere il Corano nella
traduzione di Roberto da Ketton e di redigere quelle più profonde riflessioni
che compaiono nell’analisi del testo sacro della Cribatio Alkorani.
L’attenta analisi condotta da Martínez
Gazquez sul MS Vat. Lat. 4071 ci rivela che questo corpus di glosse
costituisce un commentario più ricco di quello offerto nel MS Kues 108. Per
quanto concerne il contenuto di alcune delle annotazioni recentemente
rinvenute, esse sembrano dei trattati dottrinali, sui problemi relativi alla
percezione di Maometto, rispetto alle brevi spiegazioni del MS Kues 108. La
comparazione degli apparati di glosse dei due manoscritti mostra, per il resto,
una perfetta corrispondenza dal punto di vista codicologico. In un articolo
pubblicato in Medieval Encounters 21 (2015) 295–309, dal titolo A
New Set of Glosses to the Latin Qurʾān Made by Nicholas of Cusa (MS Vat. Lat.
4071), il prof. Gasquez ci fa notare che il manoscritto originale della Cribatio
Alkorani, dedicato a papa Pio II, è catalogato in Vaticana con il numero
4070 vicino al Corano latino glossato dal Cusano, MS 4071, circostanza
significativa di una comune origine dei due codici nota forse a chi li aveva
catalogati. Il confronto tra il Corano latino del manoscritto Kues 108 e
quello del Vaticano Latino 4071 non lascia dubbi al fondatore del gruppo di
ricerca di Islamolatina: Cusano è l’autore delle glosse del MS Vat. Lat. 4071.
Questi temi e le importanti conclusioni che
ne derivano saranno ulteriormente sviluppati nella relazione che il prof.
Gazquez presenterà il prossimo 13 ottobre a Todi per il 52esimo Convegno
storico internazionale del Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo- Accademia
Tudertina dedicato a Niccolò Cusano. L’uomo, i libri, l’opera.
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