27/05/14

Commento teologico-profetico a “Pietro Romano”


Ricevo da un amico sacerdote la seguente lettera, a commento del mio articolo “Pietro Romano?”: (http://corrieremetapolitico.blogspot.it/2013/09/pietro-romano.html)


Caro Giuseppe,
ho letto con molto interesse il tuo articolo, davvero suggestivo e sotto certi aspetti inquietante.
Due osservazioni:
1. quando scrivi: "In verità, neanche come simbolo religioso della pace l’olivo sembra avere una qualche attinenza col suo pontificato" in riferimento a Benedetto XVI come 111° papa c'è da dire il contrario e cioè che l'olivo come simbolo religioso della pace ha attinenza col suo pontificato. E' risaputo che scelse il nome di Benedetto perché voleva essere come Benedetto XV costruttore di pace in un tempo di sconvolgimenti.
2. circa l'idea di un pontificato in America latina. Quando studiavo ecclesiologia il professore ci diceva sempre che la sede romana è parte "essenziale" del pontificato ovvero non esiste pontificato se non a Roma perché qui è morto Pietro. Che l'asse del cristianesimo si sia spostato in America Latina questo è certo ed è già avvenuto da tempo e sempre di più avverrà. Io, dunque, interpreterei la profezia in maniera ancora più radicale e parlerei forse di una scomparsa totale del papato con le relative conseguenze disastrose, ma bibliche. Sappiamo infatti che la Chiesa seguirà la sorte del suo Signore e dunque scomparirà per poi risorgere come dono che scende dall'alto, come nuova Gerusalemme
 Catechismo Chiesa Cattolica 677 La Chiesa non entrerà nella gloria del Regno che attraverso quest'ultima Pasqua, nella quale seguirà il suo Signore nella sua morte e Risurrezione [Cf Ap 13,8 ]. Il Regno non si compirà dunque attraverso un trionfo storico della Chiesa [Cf Ap 20,7-10 ] secondo un progresso ascendente, ma attraverso una vittoria di Dio sullo scatenarsi ultimo del male [Cf Ap 21,2-4 ] che farà discendere dal cielo la sua Sposa [ Cf Ap 20,12 ]. Il trionfo di Dio sulla rivolta del male prenderà la forma dell'ultimo Giudizio [Cf 2Pt 3,12-13 ] dopo l'ultimo sommovimento cosmico di questo mondo che passa [Cf Dn 7,10; Gl 3-4; 677 Ml 3,19 ].
Non sono mai stato, per fede, carattere e formazione, un millenarista catastrofico, ma certo qualcosa di strano sta avvenendo e come dici tu alla fine la nostra forza è nella preghiera con Maria.
Un caro saluto.”

La lettera contiene osservazioni che mi sembrano molto interessanti. L'identificazione di Benedetto XVI con il “de gloria olivae” ne risulta semplificata. D'altra parte le due interpretazioni potrebbero essere entrambe valide, riferendosi ad aspetti che hanno caratterizzato il pontificato di Ratzinger. Ma, in definitiva, quel che conta è che la possibilità di riconoscere in Benedetto XVI il 111° papa della profezia di S.Malachia ne risulta ora, e per altra via, confermata. Se Benedetto XVI è il “de gloria olivae” ne consegue che papa Francesco è Pietro Romano. Importante anche la conferma, da parte di chi ha conoscenza diretta ed esperienza missionaria, del ruolo centrale che già da tempo va assumendo, nella vita della Cristianità, l'America latina. Ma il punto più interessante è l'ultimo: l'essenzialità del legame tra Roma e il Pontificato e la futura scomparsa di quest'ultimo, nella prospettiva di un passaggio dalla Chiesa al Regno. Siamo dunque vicini ad una svolta radicale, che prepara un Venerdì Santo storico-cosmico. Se c'è una corrispondenza, come insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica, tra la vita della Chiesa e quella di Gesù, gli eventi ultimi narrati nel Vangelo offriranno anche una chiave di lettura per comprendere i tempi difficili in gestazione.
Giuseppe Maddalena


1 commento:

  1. Credevo di essere di ''fuori'', ma vedo che sia il Catechismo della Chiesa Cattolica, che uomini autorevoli e più dotti di me confermano che siamo vicini al Venerdi santo della Sposa, tra la festosa acclamazione di popolo della domenica delle palme e l'incombere del Getsemani...

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