05/11/13

L'Apocalisse filologica di Alessandro Belano

Apocalisse. Traduzione e analisi filologica - Alessandro Belano - Collana Alef Omega 1; Anno Edizione: 2013; Casa Editrice:Aracne Editrice – Roma

Draghi rossi con sette teste. Cavalli infernali che sprigionano fuoco, fumo e zolfo. Violenti scoppi di tuoni, terremoti, tempeste di grandine. Stelle che precipitano sulla terra. Isole inghiottite dalla furia del mare. Nugoli di mostruose cavallette che tormentano gli uomini. Tenebre, piaghe, sofferenze inaudite. Città che sprofondano, torri e mura che crollano. Stagni di fuoco ardente… Ci troviamo all’interno dell’ultimo libro del Nuovo Testamento che sigilla, con il suo enigmatico linguaggio, la lunga serie dei libri che formano la Bibbia. Si tratta dell’Apocalisse, un testo straordinario quanto difficile, formato da scene sovraccariche di immagini, metafore e visioni, molte delle quali si impongono per la loro spaventosa rappresentazione. Ma questo singolare libro sacro che ha i bagliori di una bellezza severa, da gioiello barbarico, non deve essere letto come la summa delle catastrofi. Nonostante la stranezza dei particolari e l’orrore di certe descrizioni, l’Apocalisse è un libro ispirato da Dio e, dunque, portatore di un messaggio di salvezza e consolazione. Questo libro infatti è stato scritto in un’epoca particolare: quella delle prime generazioni cristiane, provate dalle persecuzioni e dalle sfide delle culture circostanti. Occorreva dare conforto e speranza per non perdere la fede in Cristo, unico salvatore: l’Apocalisse, con il suo linguaggio criptico, intende rispondere a questi pericoli che minavano la fede della primitiva comunità ecclesiale. Le ultime parole dell’Apocalisse — Vieni, Signore Gesù! — hanno il valore di un eterno presente di salvezza: la storia umana, nella momentanea e sofferta consumazione, è già inserita nell’eternità di Dio.

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