08/05/13

Conversazioni “private” su alcuni aspetti del pensiero di Giuseppe Palomba tra un monaco zen di fede cristiana e un buddista di fede marxista


a cura di Gino Taddei

-         Ciao S.,
-         Ciao G.
-         E l’alfabeto morse!
-         Vogliamo parlare di economia, adesso, dopo questi battibecchi terminologici?
-         Parliamone
-         Io ci starei
-         Ci sto anch’io
-         Che ne pensi della Programmazione Globale auspicata dal Palomba e basata sulla sua introduzione della Teoria della Relatività applicata all’analisi matematica dell’economia?
-         Palomba era cristiano e temeva il marxismo (il Dia-Mat, materialismo dialettico). Inoltre era antifascista. Il problema che si è posto è quello di basare lo sviluppo economico su valori cristiani. Il che vuol dire prevenire le crisi, governare l’inflazione, avere piena occupazione, avere Istituti sociali solidali e socialisti. Da un punto di vista dell’analisi economica è l’unico che ha usato il calcolo tensoriale (è un calcolo a matrice a tre dimensioni, oltre le due normali, in cui la terza, z, rappresenta il tempo), lo stesso delle analisi di Einstein per l’universo a tre dimensioni (spazio, tempo e velocità). Ma c’è differenza, perché Palomba era allievo dell’italiano Fantappié, come sai, che ha sviluppato una teoria dell’universo finalistica o neghentropica, contrapposta a quella entropica derivata dalla seconda legge della termodinamica, per cui l’universo è condannato a decadere. Nell’universo di Fantappié le cause di oggi sono nel futuro, proprio come la farfalla esiste già oggi nel futuro del bruco di oggi, per cui tutto tutto tende ad un fine di ordine energetico più elevato.
Palombal’applica all’economia, per cui programmare significa fare atti oggi con riflessi positivi nel futuro, nel senso da lui indicato (e quindi in ogni atto c’è il tempo e la velocità). Che ne penso?
-         Affascinante e credo debba essere applicato da ciascuno tutti i giorni, perché equivale al sentiero graduale ed all’accumulo di karma positivo (ciò forse confina con la divina provvidenza, attivabile per gli uomini di buona volontà). Dal punto di vista dell’applicabilità, manca una teoria del pubblico e dello Stato che dovrebbe programmare. Infatti Palomba tratta l’economia come storia delle istituzioni umane da un lato (dal Tao alle corporazioni alla scissione rinascimentale fra uomo e valori) e come fisica economica dall’altro. In mezzo c’è un buco. Come evitare l’autoritarismo? Come decidere il bene comune? Ti ricordi la Repubblica di Platone?
-         Ma su cos’è lo Stato moderno e sul suo rapporto con la collettività hanno bucato quasi tutti. Lenin, i socialdemocratici. Credo che la teoria di Palomba sia applicabile forse in uno stato teocratico, come quelli dell’antico Egitto o islamici moderni. Ma lo Stato dovrebbe coincidere con un popolo, altrimenti l’unica soluzione non violenta è la democrazia. Sosteneva che esiste una velocità limite (annua) del 300% dell’ammortamento degli impianti fissi. Questo era un parametro che indica il livello di impiego della tecnologia. Ciò come è evidente Genera “un campo gravitazionale” nel sistema. Di conseguenza i Tempi, gli orologi di Imprenditori e lavoratori, marciano sempre, e di una certa misura, sfasati uno rispetto all’altro: ciò è quello che Marx ancora intuitivamente chiamava Plusvalore. Che mi rispondi?
-         Il 300% è davvero un limite. E’ come cambiare auto o computer tre volte l’anno. In ogni caso l’economia è uno spazio in tensione ed innovativo. Palomba si era accorto, da cristiano, dell’esistenza dello sfruttamento di chi ha il controllo ei mezzi di produzione sugli altri che vendono solo capacità di lavoro. I primi approfittano degli altri per accumulare a loro spese. Il ché è molto poco cristiano. Sul plusvalore c’è stato un dibattito mondiale in seno agli economisti, poi si è deciso che non esiste in quanto non definibile logicamente: prima bisogna definire il valore, poi il valore del lavoro, poi il plusvalore. Ma lo sfruttamento esiste e come, ancora oggi. Ancora mi indigno quotidianamente.
-         E’ ovvio che con la Programmazione ci hanno già provato in Russia ai Tempi della ex URSS (o dovrei scrivere più propriamente CCCP?), ma si sono resi conto che tutti i computer del pianeta non sarebbero bastati per farlo. Ci hanno provato ma non funzionava molto bene. Il problema non è tanto l’uso di strumenti informatici, quanto fare incontrare la domanda  (consumi, bisogni, mezzi di acquisto) con l’offerta-produzione, abolendo il meccanismo del mercato e l’incentivo tutto umano del profitto e del guadagno. Per un po’ ha funzionato e hanno fatto le linee elettriche (anche con orrende centrali nucleari), strade, macchine utensili (niente male per durata e affidabilità, ma pesanti e costose), bei palazzi, ma molto al disotto della domanda di case, automobili (con la FIAT), armi, missili, satelliti, orologi,  elettrodomestici (con le nostre imprese). Mancavano scarpe, abiti, cibo, mobili, radio e TV.  Dopo settata anni la macchina funzionava molto a rilento e pigramente (senza dei e passioni umane non funziona niente!). I comunisti al potere che ricordo aver visto nel 1980 erano gonfi di Vodka e rassegnazione. I loro dei erano fuggiti.
-         Che mi rispondi?
-         Utopisticamente alla Osho. Comunismo+Zen.
-         Dai che passiamo alle bazzecole: L’ENERGIA.

Nessun commento:

Posta un commento