26/01/12

Il mistero dello yeti alla luce della tradizione biblica

Attilio Mordini, Il mistero dello yeti alla luce della tradizione biblica,
Cantagalli 2012, Collana Le Dracme, pag. 104, euro 12,00.
Prefazione di Carlo Lapucci.

Dalla quarta di copertina:

Un fatto curioso - quello dell'incontro nei boschi dell'Himalaya con lo yeti - raccontato da un cercatore di orchidee, suggerisce all'Autore lo spunto per una riflessione assai originale. Un fatto di cronaca diventa lettura di eventi metastorici. Attraverso queste pagine di ermeneutica, viene detto, con note dal timbro profetico, cosa sarebbe stato l'uomo fuori dall'economia della salvezza, che redime l'umanita' perduta prima col castigo amaro del diluvio, poi, dopo il pentimento, con l'amore dell'Incarnazione.


9 commenti:

  1. Caro Aldo, accolgo positivamente questa pubblicazione nel 2012 ad opera di un'editrice come Cantagalli. Una curiosità: che ne pensi del libro in questione?

    E poi, un nostro amico tempo fa mi accennava ad un libro in cui Mordini alla luce della tradizione biblica dimostrava la presenza nell'AT di una teoria delle quattro Età speculare a quella Indù; ma non ricordava il titolo. Tu hai per caso presente il testo in questione in base a queste poche indicazioni?
    Grazie e a presto!
    Paolo M.

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  2. Caro Paolo,
    devi sapere che in gioventù ho letto e amato molto i libri di Mordini e che anche adesso quando posso rileggo le sue pagine sempre con piacere e devo confessare con grande profitto. Trattare un tema esotico come il “mistero dello Yeti” con un approccio così culturalmente ricco e teologicamente stimolante non è da tutti, a dimostrazione del fatto che non ci sono cose degne o indegne di essere trattate, ma solo buoni o cattivi modi di trattarle.
    Circa la dottrina delle 4 età nell’AT si trova in Daniele (2, 1-48) e segnatamente nel passaggio che riferisce del sogno del Re babilonese Nabucodonosor, ma non ricordo esattamente in quale dei sui libri o dei suoi scritti il Mordini se ne sia occupato. Se dovessi scoprirlo comunque, te ne darò senz’altro notizia.
    Intanto grazie del commento e un caro saluto.

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  3. Silvano Panunzio si faceva beffe di questo libercolo al quale non attribuiva il benchè minimo valore sapienziale. Parlandone con lui ricordo benissimo che lo definì un falso attribuito a Mordini e che il suo vero autore era invece...Elemire Zolla.
    Ho in proposito un ricordo assai preciso.
    Lascio all'amico scomparso tutta la responsabilità di tale affermazione fatta in sola mia presenza alla fine degli anni Settanta.

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  4. Non è un mistero che tra Mordini e Panunzio non corresse buon sangue, ed è un fatto che in nessuno dei libri di Panunzio si trovi una sola citazione di Mordini. Conosco bene i motivi di questo loro dissidio, ma non intendo renderli di dominio pubblico, in ragione dell’irrilevanza rispetto all’opera scritta dai due autori e al messaggio ultrapersonale che in essa vi è contenuto. E aggiungo: anche per il rispetto che ho per la memoria di entrambi. Sul caso specifico, ovvero sull’errata attribuzione del testo a Mordini, ritengo che Panunzio fosse in errore, ma è divertente pensare che di quel testo Zolla fosse il vero autore. Ma al di là della boutade, cerchiamo per cortesia di essere seri: “Il mistero dello Yeti” è senza alcun dubbio di Mordini. Oggi ce lo dice l’esecutrice testamentaria di Mordini Maria Camici e ce lo conferma il curatore della nuova edizione Carlo Lapucci che di Mordini fu estimatore, amico e assiduo frequentatore. Non mi sembra dunque che sia il caso di continuare a dubitare. Sul nullo valore di queste pagine poi, mi permetto di dissentire, anche se il mio riconosciuto e amato maestro Panunzio aveva su questo punto un diverso e opposto avviso. Ritengo belle, preziose e meritevoli di lettura e riflessione le pagine del “Mistero dello Yeti”. Sono pagine salutari, soprattutto per quei giovani che attratti confusamente dal mistero possono trovare in esse quel di più di cui la loro anima ha veramente bisogno e che può magari indurli, se Dio vuole, a interrogarsi più seriamente sul senso ultimo della loro esistenza. Non sarebbe già questo un motivo valido per consigliare loro la lettura di questo libro?

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  5. Ti dirò che lessi il libro di Mordini tanti anni fa e che non mi dispiacque. Riferii delle mie impressioni positive all'amico nonchè Padre spirituale Silvano e lui si schermì della cosa. Per cui, in sua presenza, non tornai mai più sull'argomento.
    Ricordo anche S.P. ebbe a citare Attilio Mordini durante l'introduzione ad una una conferenza tenuta a Firenze neglio Anni Settanta cui partecipò anche Adolfo Oxilia ed i cui atti vennero pubblicati su un quaderno che forse solo io ho conservato.

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    1. E’ vero, Panunzio parlò di Mordini in quel di Firenze nel 1975, in occasione della presentazione di “Contemplazione e Simbolo”, sollecitato da Adolfo Oxilia che nella sua prolusione di presentazione ne aveva evocato l’invisibile presenza. Furono naturalmente parole di stima. Il contrasto tra Mordini e Panunzio risale precisamente al 1960 quando i due interruppero la loro collaborazione e “fraterna amicizia” per seguire ciascuno la propria strada. Due caratteri forti, due intelligenze indipendenti, ma accomunati dalla stessa identica fedeltà alla Santa Romana Chiesa e al Suo divino Fondatore.

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  6. Interessante questo libro di Mordini, devo leggerlo. Ma in qualche modo la leggenda dello "Yeti" viene spiegata spiritualmente o viene solo utilizzata a pretesto per un discorso altro?

    Sempre restando in tema di Yeti, qualcuno ha mai letto di Reinhold Messner: Yeti, leggenda e verità?

    www.lafeltrinelli.it/products/9788871081489/Yeti%2C_leggenda_e_verita/Reinhold_Messner.html

    So che Messner disse di aver avvistato lo Yeti e di averlo persino fotografato (annunciando a metà degli anni '90 di voler pubblicare poi le rispettive foto nel libro che ne avrebbe riportato la testimonianza), è forse in questo libro che viene presentato questo materiale fotografico?

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  7. L'approccio di Mordini al mistero dello Yeti è puramente simbolico, biblico ed esegetico, quello di Messner inceve è di tipo "naturalistico" e zoologico.Messner ha fotografato un "orso delle nevi" (ricordo di aver visionato le foto)e non si puà escludere che il mito himalayano abbia a che vedere con la creatura incontrata dall'alpinista. L'esistenza della creatura è però attestata anche in altre regioni della terra dove la spiegazione dell'orso non sembra sostenibile. E' un argomento di cui si occupa l'interessante e affascinante criptozoologia.

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  8. Grazie per le precisazioni Aldous, preciso e meticoloso come al solito.

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