06/05/10

Sostituirsi a Dio

KOJEVE ALEXANDRE, Sostituirsi a Dio, saggio su Solov'ev, a cura di Marco Filoni, traduzione di Luana Salvarani, Editore Medusa, pp. 96, euro 12,50

Alexandre Kojève entrò nel mito della cultura francese grazie al seminario hegeliano che tenne a Parigi negli anni Trenta avendo come allievi, fra gli altri, Jacques Lacan e Georges Bataille, Maurice Merleau-Ponty e Raymond Queneau, Eric Weil e Roger Caillois, Jean Hyppolite e Raymond Aron. Eppure vi sono pieghe del suo pensiero ancora da sondare. Come il rapporto con la religione; un rapporto che scandisce tutta la sua riflessione. Anzi: per tutta la vita Kojève fu letteralmente ossessionato dall’idea di Dio. A tal punto da spogliare la teologia del suo carattere divino. L’immagine speculare atea di un’interpretazione religiosa: questa è, in fondo, la sua famosa lettura di Hegel. Le origini di tale disposizione - che troverà una compiuta espressione nello scritto L’Ateismo del 1931 - affondano nella Russia e in Oriente. Kojève deve parte della sua formazione a Dostoevskij, Tolstoj, soprattutto al filosofo Vladimir Solov’ev, al quale dedicò nel 1926 la dissertazione di dottorato in Germania sotto la guida di Karl Jaspers. Il lavoro su Solov’ev, rielaborato e pubblicato nel 1934-1935, viene riproposto per la prima volta in queste pagine. E qui troviamo la prima importante indicazione sul rapporto con la religione: era già chiaro a Kojève che qualsiasi compimento della metafisica implicava il superamento della metafisica propriamente detta o religiosa. Ovvero: andare alla ricerca di un sostituto di Dio che fosse il libero risultato dell’azione umana nella storia, che permettesse cioè all’uomo di comprendere la propria storia in generale, e quella religiosa in particolare, senza il ricorso a Dio. Il libro si inserisce come una novità assoluta nel dibattito filosofico, tuttora accesissimo, sul tema dell’ateismo.
E vi si ritroveranno, in embrione, le idee e il metodo che attirano l’attenzione sul filosofo che annunciò la “fine della storia”.


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