La Lunigiana nel
Medioevo era ben dotata di passi e di porti e per questo vi circolavano
informazioni che potevano essere fatte conoscere soltanto a pochi iniziati,
invitandoli ad accedere ai segreti delle rotte atlantiche, che dopo tre secoli
sarebbero divenute elementi della politica coloniale degli stati ed elementi di
interesse primario per la Chiesa.
Le simbologie che oggi, dopo settecento anni, sono divenute finalmente percepibili in tutta la loro valenza negli edifici storici di Lunigiana, hanno consentito di fornire una prova logica della conoscenza della Mesoamerica e dell’America del Sud, e quindi della rotta che avrebbe potuto essere indicata dai Templari come “Rotta dell’Argento” (e da ciò è nato il nome dell’Argentina), ma che doveva invece rimanere riservata, perché costitutiva il “Secretum Templi”; soltanto la conoscenza di ciò ha permesso di capire come siano potute sorgere le stupende cattedrali di Francia, pagate con il metallo che veniva sbarcato al porto della Rochelle.
Cristoforo Colombo, dopo aver rubato il segreto del calcolo della Longitudine ai navigatori portoghesi dell’Ordo do Cristo – eredi dei Templari e delle loro conoscenze – poté concepire di “Buscar el Levante por el Poniente” e dalla sua impresa nacque il Mondo Moderno.
Compiendo numerose escursioni turistiche e di studio, il Prof. Calzolari si è spesso imbattuto in reperti storici dei Templari.
In Lunigiana, con una frequenza elevata lungo i percorsi medioevali, ritrovava le simbologie Templari a lui già note perché osservate in altre costruzioni religiose.
Nel marzo 2001 a Pieve di Codiponte (MS) fotografò il portale murato nella cortina orientale dell'antichissima pieve medioevale*, ricca di simbologie.
Notò tra l'altro dei bassorilievi i cui soggetti indossano dei copricapo di piume ed un altro in pelliccia, dopo qualche anno ed altri ritrovamenti scrisse il suo primo libro sui Templari in Lunigiana (nel 2006), insieme al Prof. Luigi Battistini dove si ipotizzò che fossero rappresentazioni di amerindi.
La tesi che si trattasse di "indios" è stata data poi data per possibile dalla Prof. Maria Longhena, un autorevole scrittrice ed accademica dell'Università di Bologna, esperta dei Maya e di altre civiltà sudamericane.
Già precedentemente Calzolari aveva catalogato molti altri esempi Lunigianesi di simboli Templari, comparandoli con quelli già noti in Italia ed Europa, notando particolari similitudini con simboli sud e meso-americani ed indizi sulla antica navigazione astronomica sulla quale ha scritto vari saggi ed articoli.
L'eccellenza della marineria Templare ha inoltre stimolato la continuazione della ricerca di tracce che avvallessero l'ipotesi del loro arrivo nelle Americhe secoli prima di Colombo.
Oltre alla simbologia della marina da guerra Templare che ha identificato a Volastra (Cinque Terre - SP), nel libro “LUNIGIANA E ROTTA ATLANTICA DEI TEMPLARI”, uscito nel 2014, si trovano tutte le altre ipotesi e scoperte, che renderebbero logica e possibile quest'impresa e spiegherebbero perché vennero testimoniate ripetutamente proprio in Lunigiana.
Ad esempio, presso l’Archivio di Stato di Pisa, la pergamena del Fondo Roncioni del 28 gennaio 1255, documenta tutte le stazioni navali della Milizia del Tempio in Italia, tra cui la Stazione Navale di Pertusola di Lerici (all'interno del golfo della Spezia, uno dei migliori "porti naturali" del Tirreno), che portava l’antico appellativo di Fenoclaria, con cui veniva identificato il Maestro di tutte le stazioni navali, Frà Dalmazio da Fenoclaria.
Le simbologie che oggi, dopo settecento anni, sono divenute finalmente percepibili in tutta la loro valenza negli edifici storici di Lunigiana, hanno consentito di fornire una prova logica della conoscenza della Mesoamerica e dell’America del Sud, e quindi della rotta che avrebbe potuto essere indicata dai Templari come “Rotta dell’Argento” (e da ciò è nato il nome dell’Argentina), ma che doveva invece rimanere riservata, perché costitutiva il “Secretum Templi”; soltanto la conoscenza di ciò ha permesso di capire come siano potute sorgere le stupende cattedrali di Francia, pagate con il metallo che veniva sbarcato al porto della Rochelle.
Cristoforo Colombo, dopo aver rubato il segreto del calcolo della Longitudine ai navigatori portoghesi dell’Ordo do Cristo – eredi dei Templari e delle loro conoscenze – poté concepire di “Buscar el Levante por el Poniente” e dalla sua impresa nacque il Mondo Moderno.
Compiendo numerose escursioni turistiche e di studio, il Prof. Calzolari si è spesso imbattuto in reperti storici dei Templari.
In Lunigiana, con una frequenza elevata lungo i percorsi medioevali, ritrovava le simbologie Templari a lui già note perché osservate in altre costruzioni religiose.
Nel marzo 2001 a Pieve di Codiponte (MS) fotografò il portale murato nella cortina orientale dell'antichissima pieve medioevale*, ricca di simbologie.
Notò tra l'altro dei bassorilievi i cui soggetti indossano dei copricapo di piume ed un altro in pelliccia, dopo qualche anno ed altri ritrovamenti scrisse il suo primo libro sui Templari in Lunigiana (nel 2006), insieme al Prof. Luigi Battistini dove si ipotizzò che fossero rappresentazioni di amerindi.
La tesi che si trattasse di "indios" è stata data poi data per possibile dalla Prof. Maria Longhena, un autorevole scrittrice ed accademica dell'Università di Bologna, esperta dei Maya e di altre civiltà sudamericane.
Già precedentemente Calzolari aveva catalogato molti altri esempi Lunigianesi di simboli Templari, comparandoli con quelli già noti in Italia ed Europa, notando particolari similitudini con simboli sud e meso-americani ed indizi sulla antica navigazione astronomica sulla quale ha scritto vari saggi ed articoli.
L'eccellenza della marineria Templare ha inoltre stimolato la continuazione della ricerca di tracce che avvallessero l'ipotesi del loro arrivo nelle Americhe secoli prima di Colombo.
Oltre alla simbologia della marina da guerra Templare che ha identificato a Volastra (Cinque Terre - SP), nel libro “LUNIGIANA E ROTTA ATLANTICA DEI TEMPLARI”, uscito nel 2014, si trovano tutte le altre ipotesi e scoperte, che renderebbero logica e possibile quest'impresa e spiegherebbero perché vennero testimoniate ripetutamente proprio in Lunigiana.
Ad esempio, presso l’Archivio di Stato di Pisa, la pergamena del Fondo Roncioni del 28 gennaio 1255, documenta tutte le stazioni navali della Milizia del Tempio in Italia, tra cui la Stazione Navale di Pertusola di Lerici (all'interno del golfo della Spezia, uno dei migliori "porti naturali" del Tirreno), che portava l’antico appellativo di Fenoclaria, con cui veniva identificato il Maestro di tutte le stazioni navali, Frà Dalmazio da Fenoclaria.
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