Un rara immagine di Silvano Panunzio giovane (appena ventenne)
di Aldo La Fata
Il 10
giugno di due anni orsono, nelle prime ore del mattino, si spegneva alla
venerabile età di 92 anni, nel silenzio della sua cella-studio di antico sapore
monastico e nella profonda quiete dell’anima sua, Silvano Panunzio.
Orientalista cristiano, filosofo anticonformista, italianista, letterato, saggista,
poeta, autorevole conoscitore di dottrine esoteriche, era nato a Ferrara il 16
maggio 1918. Fu docente di Filosofia, di Diritto, di Storia, di Scienze
Politiche e Sociali. Uomo di grande cultura ma di niuna accademia,
esordì giovanissimo come orientalista e romanista, medievalista e germanista.
Negli anni quaranta si appassionò fortemente
agli scritti di René Guénon, che lesse integralmente e in profondità,
padroneggiandone come pochi il pensiero. Negli stessi anni si dedicò agli Studi
Tradizionali, alla Metafisica, alla Cosmologia e al Simbolismo. Tra i suoi
interessi primari vi fu anche l'astrologia di cui divenne versatissimo cultore
e studioso. In seguito vi avrebbe affiancato gli studi di Astrologia mondiale.
Al
centro dei suoi interessi primari però ci fu sempre la Religione, la cristiana
in particolare, in tutte le sue correnti e in tutte le sue forme. Panunzio è
sempre rimasto un fedele cattolico, senza dubbio più vicino come sensibilità
alla Chiesa Latina e alla cultura occidentale che a quella Orientale, ma nello
stesso tempo coltivò il rispetto e l'attenzione per tutte le anime del
cristianesimo e per tutte le sue diverse sensibilità spirituali. Il suo
universalismo ed ecumenismo verticale lo portarono a mettere l'accento sul
"regno di Dio che è vicino"
più che sulla Chiesa come istituzione storica, alla quale però raccomandava sempre di aderire
incondizionatamente.
Da un
punto di vista culturale, il nodo principale dell'opera scritta di Panunzio è
rappresentato dal suo coraggioso
tentativo di integrare il
“punto di vista tradizionale” (quello per intenderci inaugurato da René Guénon
e proseguito con esiti diversi da Frithjof Schuon, A. K.
Coomaraswamy, Evola e molti altri), con
quello della dottrina cattolica. Conciliazione a quanto pare possibile, se si
guarda anche agli studi di autori sicuramente accostabili a Panunzio come l'italiano
Attilio Mordini (1923-1966) e i francesi Henri
Stéphane (1907-1985), François Chenique (1927-2012) e Jean Borella (1930). Questo felice matrimonio tra “cultura tradizionale” e dottrina
cattolica, a nostro giudizio, non dovrebbe essere visto come un errore o
addirittura come una delle tante eresie gnostiche antiche e moderne, ma piuttosto come un arricchimento della cultura cristiana e come una sua salutare rivivificazione.
E
appena alla soglia dei sessant'anni che Panunzio si ritira per raccogliere il
frutto delle sue meditazioni e delle sue esperienze e si accinge a elaborare un
“Corso di Dottrina dello Spirito” che prevede in 12 volumi.
Il
primo e il secondo escono nel 1976 per i tipi dell'editore amico Giovanni
Volpe, con il titolo “Contemplazione e Simbolo (Summa orientale-occidentale)”.
Si spazia dalla Gnosi cosmologica alla metafisica, dalla mistica alla
profetica. Quest'opera è a nostro personale giudizio il capolavoro assoluto di
Panunzio, il suo testo più importante anche da un punto di vista stilistico e
letterario. In oltre 600 pagine tutte le
grandi questioni filosofiche e metafisiche vengono poste, tutti i problemi
relativi agli enigmi della vita e della morte, dell'al di qua e dell'al di là
trattati a fondo, tutti i massimi misteri del visibile o dell'invisibile
delucidati con chiarezza: sempre con il ricorso puntuale e documentato alle
fonti delle Scritture Divine e del Magistero millenario più autorevole.
Esattamente
tre anni dopo, siamo nel 1979, escono
per le edizioni del Babuino di Roma, due nuovi volumi (il libro terzo e
quarto della “Dottrina dello Spirito”) con il titolo “Metapolitica. La Roma
Eterna e la Nuova Gerusalemme”. Si tratta di due saggi di Gnosi storico-cosmica
e profetica, un ulteriore e vera e propria “summa” ma questa volta di
escatologia civile.
In
“Contemplazione e Simbolo” si era dimostrato che il rapporto fra la Tradizione
universale e il Cristianesimo è di carattere archetipico, talché, quella
cristiana può dirsi a buon diritto la “Tradizione paradigmatica”. Infatti il
cristianesimo viene inteso come lo spirituale punto di incontro e la sintesi cattolica
dell'Induismo e dell'Ebraismo, dunque il nodo centrale del processo
storico-religioso del mondo. Analogamente, in “Metapolitica”, si dimostra che,
sul piano politico-storico, operano da millenni, in una guerra “occulta”, due
forze contrapposte, intese simbolicamente come la mano destra e la mano
sinistra di Dio.
Sono
analizzati anche tutti i problemi strutturali dello Stato, della Società e
della Chiesa e i rapporti vicendevoli tra queste istituzioni vengono illuminati
da una concezione trascendente e ultima. Continuo in quest'opera l'avvertimento
sulla svolta finale e “anticristica” del presente ciclo umano, in vista di
“nuovi cieli e di nuova terra”: ossia dell'avvento della Nuova Gerusalemme e
della trasmutazione della Roma Eterna.
Trascorrono
dieci anni durante i quali Panunzio continua a produrre scritti e a lavorare
alla “rivista di studi universali” “Metapolitica”, fondata nel 1976 insieme a
Mario Pucci, Primo Siena e Giovanni d'Aloe. Siamo nel 1989. Finalmente può
uscire il quinto libro del Corso il cui titolo è “Cristianesimo giovanneo (Luci
di ierosofia)”. Pubblicato dall'editore cattolico Cantagalli, il testo ottiene
l'Imprimatur dall'allora Cardinale Arcivescovo della città toscana
Monsignor Mario Jsmaele Castellano. La
Conoscenza sacra universale, cioè per l'appunto la “Ierosofia”, professata da
nessuno più e meglio di Giovanni, detto simbolicamente Ieroteo, si
sviluppa non solo nel senso dell'ampiezza (Oriente-Occidente) ma anche nel
senso dell'altezza (Cielo e Terra) e della profondità (Interno ed Esterno),
ricomprendendo tanto la Teologia catafàtica dell'Esse quanto la Teologia
apofàtica del Non esse: entrambi aspetti unitari dell'Infinita Sapienza
del “Deus revelatus” e del “Deus absconditus”. Il libro era dedicato a quelli che
Panunzio considerava come i suoi massimi maestri e ispiratori: il rabbi Israel Zolli, capo rabbino di Roma, convertitosi nel 1945 al
cristianesimo con il nome di Eugenio Pio Zolli; lo ieromonaco
benedettino Agostino Zanoni a più
riprese priore dell'Abbazia di Farfa e lo shàik Giovanni “abd el-Wahed”, alias
René Guénon.
Nel
1996 è la volta del sesto volume intitolato “La Conservazione-Rivoluzionaria”,
edito questa volta dal Cinabro di Catania. Si tratta di un testo che possiamo
definire di “filosofia politica” in cui tra le altre viene rievocata la figura
paterna di Silvano, Sergio Panunzio (1886-1944). Quest'ultimo era stato il
teorico del “corporativismo rivoluzionario” ed era in rapporti di cordiale
amicizia con Benito Mussolini. (Detto per inciso, fu Sergio Panunzio a
riesumare e rilanciare il termine “metapolitica” e a mettere in cantiere il
progetto di una rivista con questo titolo, che però sarebbe apparsa più di
trent'anni dopo, nel 1976, per volontà del figlio Silvano). Ne “La
Conservazione-Rivoluzionaria”, l'autore esprime il suo punto di vista sulla
vicenda storica del ventennio fascista e ricostruisce la genesi storica,
teorica e ideale della metapolitica come escatologia civile.
Non
sembri strano, ma il settimo volume del corso di dottrina dello Spirito, “Cielo
e Terra, Poesia, Simbolismo, Sapienza, nel Poema Sacro”, in realtà stampato in
prima edizione nell'82 ma in una tiratura limitata a pochi esemplari, non
trovandosi un editore adeguato e disponibile, esce nel 2009 a cura delle
edizioni di Metapolitica. Si tratta naturalmente di una edizione ampliata
riveduta e corretta. Dante Alighieri è figura centrale nella cultura di
Panunzio e da questi assiduamente letto e frequentato. In questo libro è
analizzato e studiato alla luce dell'arcano centrale di Beatrice.
Un'interpretazione inedita che va oltre Gabriele Rossetti e anche oltre René
Guénon.
Il
libro ottavo, “Terra e Cielo: dal nostro Mondo ai Piani Superiori”, pubblicato
sempre da Cantagalli nel 2002 è invece una sorta di “libro dei morti”
cristiano. Naturalmente si tratta di un'opera teorica e non di un libro sacro
ispirato, come potevano esserlo “Il libro tibetano dei morti” (Bardo Todol) o “Il libro egizio degli inferi”, ma dove
ugualmente si delinea il mistero del passaggio all'altra riva e quello
non meno enigmatico dei “percorsi” ultraterreni. Leggendolo, possiamo
assicurare, si vince e si supera una volta per tutte la paura della morte.
Panunzio
si occupò molto anche dei “mistici dell'Occidente” non condividendo quella
radicale incompatibilità tra mistica e iniziazione che il Guénon aveva
formulato nel suo “Considerazioni sulla via iniziatica”. Un errore abbastanza
grave quest'ultimo da parte del metafisico francese e per correggere il quale
si dovettero aspettare gli studi documentati di un Elemire Zolla che rimisero
le cose al loro giusto posto. Lo studio di Panunzio sui mistici, sicuramente
meno enciclopedico ed erudito di quello di Zolla, ma rispetto a questo di
un'ottava superiore, intitolato
“Vicinissimi a Dio, Summa Sanctitatis” (Cantagalli, 2004), è il libro nono
della “Dottrina dello Spirito”, e raccoglie 20 biografie “eroiche” di “uomini
di Dio”, di “cercatori dell'Altissimo”, raccontate con quella straordinaria
capacità immedisimante e creativa fantasia che ci si dovrebbe sempre aspettare
da un agiografo come si deve.
E
veniamo al libro decimo curato delle edizioni di Metapolitica con il titolo
“Metafisica del Vangelo Eterno” (anno di pubblicazione 2007). Quest'ultimo è
forse il libro più arduo di Panunzio. Nato quasi per gemmazione da un piccolo
saggio magistrale del 1994, “Il visibile e l'invisibile nel cristianesimo
(metafisica del Credo)” pubblicato dalle edizioni Il Cinabro, è la massima
testimonianza di fede nel Gesù dei Vangeli da parte di Panunzio. Un Gesù sovraessenziale che non può essere esclusivo
di nessuno ma che appartiene a tutti. L'uomo dei dolori è anche l'unico uomo in
cui si sia manifestato il mistero dell'Identità Divina. Quell'identità tanto
agognata dalla metafisica indiana e dalle più alte speculazioni del Vedanta.
Questo libro è la risposta definitiva alle tre fatidiche domande che Panunzio
si era posto fin dagli anni settanta, quando proprio all'inizio del suo corso
teoretico si chiedeva: “esiste una metafisica cristiana? Esiste un'Iniziazione
cristiana? Esiste un esoterismo cristiano?”. La risposta è naturalmente
affermativa e nelle oltre 300 pagine se ne può trovare la dimostrazione sicura.
Orbene,
se si va a vedere il piano originario dell'opera così come fu concepito,
pensato e riportato sui primi due volumi di “Contemplazione e Simbolo”, ci si
accorgerà che ben altri dovevano essere i titoli del “Corso di Dottrina dello
Spirito”. Una serie di circostanze sfavorevoli finirono col non consentirne
l'attuazione puntuale. Ma quello che si è fatto in luogo di quello si sarebbe
voluto fare, ha forse addirittura un valore e un significato più alto, perché
lo si è fatto letteralmente col sangue e a prezzo di sacrifici senza nome.
La “Coralità celeste superdivina” (Roma
2010, Edizioni di Metapolitica) è l'undicesimo e ultimo libro del Corso di
Dottrina dello Spirito; meglio, è il “libro ultimo” come recita il sottotitolo.
Panunzio presago della fine imminente aveva esplicitamente chiesto allo
scrivente di mandarlo in stampa entro maggio. Così era stato detto e così fu
fatto con svizzera puntualità. Il libro mi venne consegnato il 10 di maggio,
esattamente un mese prima che l'amato maestro lasciasse la sua spoglia mortale.
La tempistica non consente dubbi sul fatto che Panunzio fosse perfettamente
consapevole che i suoi giorni fossero numerati e che non avrebbe superato il
mese di giugno. In questo libro, voluto agile come la Monadologia di
Leibniz, Panunzio ha affrontato di petto i suoi temi più cari riducendoli ad
estrema sintesi, ma aggiungendovi anche del nuovo, come quando si dilunga senza
censure sul tema scottante e controverso della metempsicosi e della
pre-esistenza dell'anima.
Alla
fine, a chiusura, tre commoventi liriche di congedo: Il Grande Silenzio,
Il Grande Concerto, Commiato in versi.
Al
numero dodici, a sigillare il Corso, Panunzio volle che fosse indicato il
Quaderno dell'ATMA, quello stampato nella sua versione definitiva nel 2009
sempre per le edizioni di Metapolitica e con l'immagine sul retro di copertina
della Salus Populi Romani, immagine di Madonna con Bambino attribuita a
San Luca e custodita nell'importante Basilica romana di Santa Maria Maggiore.
Il Quaderno contiene oltre al resoconto testimoniale di una vicenda che si è
svolta tra Cielo e Terra e che ha coinvolto negli anni (ormai 50) decine di
amici e di conoscenti, alcuni dei quali ancora in vita, i dieci princípi dell'Alleanza Trascendente Michele Arcangelo,
scritti con il contributo intellettuale di tutti i suoi coraggiosi padri
fondatori e che, come ci fu detto da un ispirato monaco cristiano ritiratosi in
India, quasi non sembrano scritti da mano d'uomo.
“Contemplazione e Simbolo (Summa orientale-occidentale)”, Ed. Volpe, 1976
|
“Metapolitica. La Roma Eterna e la Nuova Gerusalemme, Ed. Il Babuino, 1979 |
Cristianesimo giovanneo (Luci di ierosofia)”, Ed. Cantagalli, Siena, 1989 |
“La Conservazione-Rivoluzionaria”,, Il Cinabro, Catania 1996 |
“Cielo e Terra, Poesia, Simbolismo, Sapienza, nel Poema Sacro”, Ed. di Metapolitica, Roma 2009 |
“Terra e Cielo: dal nostro Mondo ai Piani Superiori”, Cantagalli, Siena 2002 |
Vicinissimi a Dio, Summa Sanctitatis”, Cantagalli, Siena 2004 |
“Metafisica del Vangelo Eterno”, Ed di Metapolitica, Roma 2007 |
“Coralità celeste superdivina”, Ed. di Metapolitica, Roma 2010 |
Quaderno dell'ATMA, Roma 2010 |
Una luce nell'oscurità magmatica del Tempo presente: questo è stato e sempre sarà per me Silvano Panunzio.
RispondiEliminaPietro
Domani, Corpus Domini, lo ricorderò volentieri nella Messa. Ha scritto il Nostro Maestro pagine sublimi sul Mistero eucaristico e sulla ultimazione spirituale eucaristica, invito gli Amici a meditarle nuovamente. Cordiali saluti, P.Danilo, Olbia.
RispondiEliminaHo avuto l'onore e il privilegio di scoprire questo autore grazie ad un caro amico che me lo ha fatto conoscere. Dopo Guènòn ed Evola non poteva che esserci Silvano Panunzio a chiudere il cerchio del "perennealismo" per ricondurre tutti i filosofi tradizionalisti al nostro Gesù.
RispondiEliminaGrazie.
Fabrizio, Torino.
La scomparsa del grande Silvano Panunzio ha lasciato un vuoto forse incolmabile, ma sono convinto che da lassù egli continui a ispirare tutti noi.
RispondiEliminaRoberto
Senza l'opera di Panunzio la mia fede sarebbe rimasta come sospesa nel vuoto, priva dell'indispensabile accordo con l'intelletto. A lui debbo un contributo decisivo al superamento della lacerazione prodotta in me dalla Scuola Tradizionale non cristiana
RispondiEliminaHo conosciuto l'opera di Silvano Panunzio grazie ad un caro amico di università. Ho così potuto, come altri pellegrini sulla Via, dopo anni di meditazione e preghiera, conciliare Guenon con Cristo, ricondurre tutta la sacra Tradizione in Cristo.
RispondiEliminaNon finirò quindi mai di ringraziare questo profeta del presente che il Signore ci ha donato. Sono sicuro che dall'alto, nelle regioni dell'immortalità, continui ad ispirare e benedire le nostre vite.
Un caro saluto a tutti
Alberto
Silvano Panunzio è il santo senza altare, l'iniziato senza conventicola, che reputo tra i più grandi che l'Italia di tutti i tempi abbia mai avuto. Nessuna esagerazione in quel che affermo. È uno dei pochi che raccontava il sublime - ma lo fa tutt'ora attraverso i suoi libri e per altri canali sottili - attraverso solo ciò che sperimentava, per tale motivo è vicino a Dio.
RispondiEliminaUn pensiero di gratitudine verso un grande maestro forse ancora troppo poco conosciuto. Devo a lui l'aver compreso la grandezza della Tradizione (con la T maiuscola) rispetto ad una tradizione troppo spesso arroccata a difesa delle proprie convinzioni e la grande responsabilità a cui noi cristiani (soprattutto laici), siamo chiamati nel preparare la strada per il ritorno del Re dei re.
RispondiEliminaE per fare questo, come mi disse una volta il maestro, noi che viviamo nel mondo ma non siamo del mondo, abbiamo l'onore e l'onere di attingere alle fonti ancora custodite nei grandi monasteri per poi, una volta usciti, testimoiniare con la parola e con l'esempio il nostro essere veri cavalieri e veri "monaci nel mondo".
Francesco
La rievocazione biobiblografica scritta con mente profonda e cuore aperto da Aldo, mi ha emozionato e commosso, riavvivando in me la presenza spirituale del Maestro che volle essermi amico fraterno per incamminarmi sull'erto sentiero della metapolítica. Ho rivissuto le giornate del giugno 1959 cuando nel mistico ritiro di Cortona con Silvano sbocció l'ispirazione dell'Atma (L'Alleanza Tradizionale - ben presto trasformata in trascendente - Michele Arcangelo) - costituita e sigillata da "cinque puri folli pellegrini delle tre Rome" il 25 ottobre dello stesso anno, Festa di Cristo Re.Di quei cinque "folli", due soli sopravvivono: Parsifal e l'umile che scrive.
EliminaLancelot.